N°132 Novembre

22 Food&Beverage | novembre 2020 ALLEVAMENTI Galles e sostenibilità rispetto per il territorio The Welsh Way. Così gli allevatori gallesi definiscono le loro pratiche di allevamento non intensive e rispettose dell’ambiente”. Perché il Welsh farmingrappresenta uno dei modi più sostenibili al mondo per produrre carne di qualità. Richard Roderick ne è un esempio. Nella sua fattoria nel Breconshire alleva 900 ovini e 70 bovini da latte e utilizza tecniche Gps per ridurre al minimo l’uso di pesticidi. In più cura oltre sei ettari di siepi rendendo l’habitat ideale per la fauna selvatica. La storia di Roderick non è isolata. L’agnello gallese, infatti, è speciale perché in Galles vengono assecondati i ritmi delle stagioni. Gli ovini crescono in armonia con l’ambiente, si riproducono nei tempi previsti dalla natura e si alimentano con il cibo da sempre previsto per loro: erba e acqua. Il lavoro degli allevatori è indispensabile per la protezione e il mantenimento del paesaggio. È il caso di Alun Elidy, terza generazione di agricoltori a Cae Coch, una fattoria di 735 acri nel nord del Galles. Oltre ad allevare ovini, Alun si prende cura dell’ambiente: ha piantato siepi, habitat prediletto per uccelli, lepri e conigli. “Se non permettiamo che tutto ciò diventi una monocoltura, stiamo aiutando quella diversità a sopravvivere e prosperare davvero”, afferma con orgoglio. D’altronde, l’80% dei terreni in Galles non è adatto alle colture, allevare ovini e bovini è quindi l’unico sistema per convertire terre “marginali” in cibo di qualità. L’attenzione all’ambiente è confermata dal fatto che “la maggior parte dell’agnello gallese allevato ed esportato in Italia proviene da fattorie che partecipano al progetto agroambientale. Questi programmi sono creati per favorire la biodiversità, catturare il carbonio e creare acqua e aria pulite”, spiega Deanna Jones, Export Market Development Executive Hcc. “Il concetto di sostenibilità è centrale in Galles e, in particolare, nei suoi allevamenti ovini e bovini -afferma Jeff Martin, responsabile in Italia dell’Hcc, Ente Promotore delle Carni Gallesi- Oggi vogliamo raccontarlo ai consumatori, perché possano fare delle scelte più consapevoli nel momento dell’acquisto”. SICILIA Lo stile Dolce&Gabbana per Fiasconaro Dolce&Gabbana e Fiasconaro rinnovano la loro collaborazione con lo stile inconfondibile dei due stilisti sulle coloratissime latte che custodiscono una ricetta tradizionale: il Panettone alle mandorle di Sicilia. Ricoperto di glassa, granella di zucchero e mandorle, questo prodotto nasce da un impasto a lievitazione naturale, esaltato da morbida uvetta aromatizzata al vino perpetuo Vecchio Samperi, elisir dal retrogusto agrumato, cardine della tradizione enologica di Marsala. Accanto a questo sono proposti altri panettoni come quello tradizionale con vino perpetuo Vecchio Samperi di Sicilia. Questo panettone, con morbidi canditi di arancio e cedro uniti all’uvetta, è accompagnato dall’elegante boccetta con nebulizzatore di vino perpetuo nel formato da 30 millilitri da spruzzare direttamente sul dolce: un rituale di gusto made in Italy. Molto goloso è anche il panettone alle castagne glassate e al gianduia ricoperto di crema alle castagne e glassa al cioccolato. FOODVALLEY FIERE Sana Restart, focus su biologico e naturale Svoltosi appena in tempo per evitare la seconda stretta causa pandemia, Sana Restart, organizzatodaBolognaFiere a metà ottobre, si è confermato punto di riferimento per gli operatori e il pubblico di appassionati del biologico e del naturale registrando oltre 10 mila presenze. On stage anche la seconda edizione diRivoluzione Bio , gli Stati Generali del biologico, per fare il punto sulle prospettive del mercato alla luce degli impegni del Green Deal europeo. Il settore, nonostante le conseguenze del lockdown, registra significativi dati in crescita. Le superfici agricole coltivate con metodo biologico raggiungono quota 15,8%, le vendite bio sul mercato interno superano nel 2020 i 4,3 miliardi di euro e si registra in costante aumento anche il numero di famiglie che acquistano biologico: sono l’88% quelle che hanno acquistato almeno un prodotto bio nel 2020. Numeri rilevanti per un settore che sta assumendo dimensioni considerevoli e una determinante visione strategica.

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