N°132 Novembre

30 Food&Beverage | novembre 2020 Il governo pensa all’eliminazione delle commissioni bancarie per gli acquisti con pagamenti elettronici fino a 5 euro. Un primo passo anche se ancora lontano dai 25 euro chiesti dai commercianti che sembra un obiettivo irraggiungibile. Se da una parte potrebbero quindi, anche se di poco, diminuire i costi (le commissioni per bancomat e carte di credito variano tra l’1 e il 2,5%), dall’altra qualcuno pensa di alzarli. È, almeno secondo quanto pensano i ristoratori, The Fork, la piattaforma di prenotazione via sito e app di proprietà di Tripadvisor, che ha fatto infuriare il mondo dei pubblici esercizi con la decisione di obbligare gli aderenti alla piattaforma ad accettare The Fork Pay. A partire dal 7 ottobre, infatti, gli esercizi convenzionati che aderiscono alla piattaforma devono obbligatoriamente adottare il suo sistema di pagamento che, come ha sottolineato un comunicato della Fipe, prevede condizioni di pagamento peggiorative con maggiori costi per i ristoranti. “Da un lato sono previste commissioni medie del 3% (si tratta di una stima della Fipe, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, ndr ), ben più alte rispetto a quelle delle carte di credito e dei bancomat -recita il comunicato- Dall’altro prima di vedersi accreditare gli incassi sui conti correnti, i ristoratori sono costretti ad attendere diversi giorni”. “Nelle ultime ore tanti nostri soci ci chiamano preoccupati per stigmatizzare il comportamento di The Fork che, in via del tutto unilaterale, li obbliga ad accettare il nuovo sistema di pagamento -dice il vicepresidente vicario di Fipe Aldo Cursano- Noi non siamo contrari all’innovazione, ma questa non può essere imposta. Anzi, il fatto che ai ristoranti non si lasci possibilità di scegliere la dice lunga sui reali benefici che il nuovo sistema porterebbe alle imprese. La Federazione sta approfondendo tutti i profili legali di questa operazione per valutare ogni possibile azione a tutela dei soci. Le nuove condizioni imposte da The Fork -aggiunge- sono assolutamente irricevibili: invece di aumentare la liquidità a disposizione delle imprese e ridurre i costi, fanno l’esatto contrario. Si tratta insomma di balzelli insostenibili, che arrivano in un momento di particolare difficoltà per migliaia di ristoratori”. A The Fork in Italia aderiscono oltre 18 mila ristoranti (numeri pre pandemia e lockdown) che utilizzando The Fork Pay dovrebbero pagare, secondo quanto scritto sul sito dell’azienda, “oneri pari a 1,25% dell’importo che l’utente pagherà attraverso TheFork Pay + 0.50 euro (Iva esclusa) per ogni transazione effettuata. Gli oneri sono uguali per ogni carta di credito (europea e non europea) e saranno dedotte direttamente da ogni pagamento accreditato sul tuo conto bancario”. I soldi sul conto corrente saranno accreditati “in un periodo compreso tra i due e i quattro giorni lavorativi dal momento della transazione”. Dopo la reazione della Fipe è previsto un incontro tra la Federazione e l’azienda. La piattaforma di prenotazioni introduce l’obbligo di utilizzo di The Fork Pay e i ristoratori si arrabbiano. Crescono i costi, dicono. Previsto un incontro per risolvere la questione La Fipe contro The Fork no al sistema di pagamento Francesco Torlaschi COMMISSIONI In un momento già difficile per i ristoratori la piattaforma di ristorazione ha deciso di obbligare gli aderenti all’utilizzo del proprio sistema di pagamento che contribuirebbe ad alzare i costi per gli operatori. Da qui le proteste di un settore già esasperato per la difficile situazione dovuta alla pandemia

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