N°132 Novembre

34 Food&Beverage | novembre 2020 CONSUMI Pasta comfort food durante il lockdown Per la pasta non c’è pandemia che tenga. Una persona su quattro infatti ne ha aumentato il consumo durante i mesi di lockdown. È uno dei dati della ricerca internazionale commissionata da Unione italiana food e Ice a Doxa, in occasione del World Pasta Daydel 25 ottobre, secondo la quale durante il lockdown i consumi globali sono cresciuti del 24%. In Italia la mangia il 98% del campione con 23,1 chili pro capite annui. I dati scendono a 9 chili all’anno negli Usa, 8 in Francia e Germania, 3,5 nel Regno Unito. Ma più della base di consumatori, stupisce la frequenza con cui la pasta viene portata in tavola all’estero: in tutti i Paesi indagati, la maggioranza della popolazione mangia pasta in media da 1 a 4 volte a settimana, in percentuali che variano dal 56% degli americani all’85% dei francesi, passando per il 61% dei tedeschi e il 71% dei francesi. Gli italiani preferiscono la pasta corta e rigata, mentre inglesi e americani quella lunga. I tedeschi quella fresca (ripiena e non), mentre i francesi scelgono quella corta e liscia. Su una cosa tutti o quasi sono d’accordo: la qualità della pasta italiana non è in discussione. E, infatti, la pasta made in Italy è la prima scelta nella dispensa globale. È la preferita per il 72% delle famiglie inglesi, il 68% di quelle francesi, il 54% di quelle tedesche e il 48% negli Stati Uniti. La pasta ha guadagnato consensi anche durante i mesi della prima ondata pandemica. In Francia, secondo uno studio Nielsen, gli acquisti di pasta sono aumentati del 114% nella prima settimana di marzo e del 196% nella successiva, quella che ha preceduto il lockdown. In Uk la pasta è stato il primo prodotto alimentare acquistato nella settimana dall’1 al 7 marzo (+74%) e a fine mese le sue vendite erano aumentate del 55%. Negli Usa, per rispondere alla domanda dei consumatori i pastai locali hanno dovuto aumentare del 30% i volumi prodotti. E in Germania hanno fatto notizia i treni speciali che una catena di supermercati ha mandato in Italia per poter far scorta di pasta nel mezzo della pandemia. BUSINESSNEWS ACQUISTI Bene l’e-commerce per il largo consumo Finito il lockdown l’e-commerce ha scoperto di avere mantenuto molti clienti. Secondo l’ultimo rapporto di Iri per Netcomm la penetrazione del settore food nell’online è pressoché raddoppiata durante la quarantena quando il 17,2% dei consumatori ha acquistato almeno una volta attraverso il web prodotti confezionati di largo consumo che settimanalmente hanno tenuto una crescita mai scesa sotto il 50%, con picchi del 288%. Il cambiamento delle abitudini dei consumatori è proseguito nella fase successiva con il 36% di chi aveva acquistato online che ha continuato gli acquisti da remoto sui siti della Gdo con un aumento della customer satisfaction. Prosegue invece la crisi degli ipermercati con un calo delle vendite del 9,6%, considerando complessivamente sia la fase Covid che quella successiva. Il commercio di prossimità, dopo il balzo del 16,1% nel periodo di lockdown, ha registrato una flessione del 3,2% da giugno ad agosto. CATENE Sbarca in Italia la carne halal di O’Tacos Nel 2021 sbarcherà in Italia la carne halal diO’Tacos , la catena nata in Francia oltre dieci anni fa e già presente in Belgio dove l’anno scorso sono stati aperti 40 punti vendita. Di proprietà di Quick service restaurant Platform, Gruppo internazionale della ristorazione veloce da più di un miliardo di euro di vendite l’anno e una crescita annuale del 10%, O’Tacos punta su un target tra i 12 e i 22 anni con una presenza molto forte sui social media. La catena inizialmente si sviluppa nelle periferie delle metropoli per poi spostarsi nei centri delle città e punta su un’offerta muslim friendly, adatta a società multiculturali. La società vuole accelerare lo sviluppo internazionale di brand comeBurger King, Quick, O’Tacos, NordSee, Go!Fish . In Europa ha circa mille ristoranti in sette Paesi in Europa, con 6 mila dipendenti. In ItaliaBurger Kingha visto aumentare la sua presenza al ritmo di una trentina di locali l’anno. Go!Fish , catena di ristoranti di pesce, ha aperto all’Orio Center il suo primo locale dove i piatti di tradizione nordeuropea sono adattati al mercato locale.

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