N°132 Novembre

66 Food&Beverage | novembre 2020 SPECIALE Un po’ in tutt’Italia si spumantizzano uve autoctone che danno vita a spumanti dalla personalità ben precisa, ottenuti sia con il metodo Classico che con quello Charmat. In prima linea regioni come l’Emilia Romagna con il pignoletto, il Veneto con la durella, il Friuli Venezia Giulia con la ribolla gialla e al sud in particolar modo la Sicilia. Nella foto, le vigne della Umberto Cesari sulle colline imolesi autoctoni. Così, in Emilia Romagna protagonista del fenomeno è il Pignoletto, mentre in Sicilia sale il numero di etichette in cui i protagonisti sono i vitigni che caratterizzano l’ampelografia dell’isola: catarratto, grillo, frappato, nerello mascalese, nero d’Avola, ma alcuni produttori si sfidano anche con varietà di altra provenienza, come lo chenin blanc. Particolare è il “caso Durello” perché coinvolge un intero territorio e un vitigno indigeno -i Monti Lessini, a cavallo tra le province di Verona e Vicenza, e la durella- entrambi naturalmente vocati alla produzione di bollicine decisamente identitarie per condizioni pedoclimatiche e per genetica. E, soprattutto nel caso della versione metodo Classico, cioè il Monti Lessini -mentre il metodo italiano è denominato Lessini Durello- ci sono punte di eccellenza tra le etichette che sostano a lungo sui lieviti. “Negli ultimi 10 anni la spumantizzazione di vitigni storici è diventata un vero e proprio fenomeno -commenta Francesco Iacono- Si tratta di produzioni che non puntano necessariamente sulla ricerca dell’eleganza, ma sul piacere della bollicina. E così si spumantizzano tantissimi vitigni, dal verdicchio alla falanghina, dal pignoletto al nerello mascalese. Tutto è possibile oggi che il mercato sta chiedendo bollicine, ma cosa accadrà nel momento in cui questa congiuntura dovesse terminare? Peraltro la moda della bollicina è trasversale, interessa tutte le aree e tutti i vini e coinvolge anche il mondo del vino ‘naturale’ con i rifermentati in bottiglia. E questo accade soprattutto nell’area tradizionale delle bollicine della Pianura Padana, dal Modenese al Mantovano, dal Piacentino al Reggiano e fino a Bologna. È la Nouvelle vague della bollicina autoctona interpretata in chiave ancestrale, come vuole il mondo del vino non convenzionale, e lasciata con il fondo. Dalla Malvasia al Trebbiano, dal Pignoletto fino ai Lambruschi, passando per Bonarda, Croatina UMBERTO CESARI Il Pignoletto protagonista del Moma Spumante Con la linea Moma Umberto Cesari unisce vino e arte. L’Art Contestdell’azienda di Castel San Pietro Terme (Bo) nasce infatti dal desiderio di promuovere artisti emergenti e nuovi talenti offrendo loro l’opportunità di proporre una nuova veste alla linea dedicata al mondo dell’arte: MyOwnMAsterpiece (Moma). Tutto nasce dalla prima etichetta della bottiglia su cui era riprodotta un’opera di uno più grandi maestri della pittura italiana del Novecento: Giorgio Morandi. Da qui l’idea di dare continuità a questo binomio artistico creando un contest a cadenza quadriennale. Attualmente l’opera vincitrice, Golden Glass di Beatrice Pani, è riprodotta sulle etichette della linea Moma come il Moma Spumante Pignoletto Doc, prodotto con le uve omonime provenienti da viti con un’età media di 15 anni allevate su terreni collinari perlopiù argillosi e in parte sabbiosi. Realizzato tramite pressatura soffice e fermentazione a temperatura controllata di 16°C, è spumantizzato con il metodo Charmat a una temperatura controllata di 15°C per 30 giorni; segue l’affinamento sui lieviti per 120 giorni circa. Moma Spumante ha colore giallo paglierino chiaro, perlage fine e persistente, bouquet intenso di fiori bianchi con un’elegante nota di mela Golden. Al palato è sottile, delicato, dotato di una piacevole freschezza. Abbinamento perfetto per antipasti e primi piatti leggeri a base di pesce, formaggi freschi e cremosi, è ottimo come aperitivo.

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