76 Food&Beverage | novembre 2020 La Statale 106 nasconde i food heroes di Calabria ITINERARI In Inghilterra li chiamerebbero food heroes , eroi della buona tavola, etichetta meritata se non altro per l’isolamento geografico e il contesto di cattivi servizi turistici, viabilità e gestione ambientale in cui operano. È anche merito di questi agricoltori e produttori della costa Jonica Calabrese se il bel paesaggio di collina, punteggiato d’ulivi e vigne, offre suggestioni ben diverse dalle brutture che s’incontrano sul litorale, lungo la Statale 106, la strada che collega Taranto a Reggio Calabria con un viaggio a tratti estenuante attraverso paesoni spuntati senza regole tra gli anni ’60 e ’90, edifici spesso abusivi, abnormi, incompiuti, pure di cattivo gusto. E tutto ciò a poche decine di metri da un mare dalle sfumature violacee. Ma consola sorvolare con lo sguardo verso l’interno per riscoprire una terra viva, fertile, capace di grandi prodotti agroalimentari, e un paesaggio aspro, diverso a ogni curva, dietro ogni collina ricco di scorci suggestivi; i paesi antichi -la versione bella, preesistente alle marine di fine ‘900- sui crinali che respirano la brezza dello Jonio. Tappa iniziale di questo viaggio del gusto, da Corigliano Calabro (Cosenza) alle porte di Crotone, è con l’olio extravergine d’oliva. Nella piana e sui versanti sotto il paese antico di Corigliano, formatosi attorno al Castello Ducale (www.castellodicoriglianocalabro.it ), tra gli anni ’80 e ’90 l’oliveto si ridusse drasticamente a vantaggio delle coltivazioni di clementine. Oggi il risultato è che nella piana fino a Sibari si concentra il 70% della produzione nazionale di questo delizioso agrume. “Ormai la pianura è persa: rimane un 10% di territorio a oliveto -lancia l’allarme Giuseppe Geraci, produttore sia di olio, sia di clementine (www.frantolioacri.it) - Se non la proteggiamo r i s c h i amo d i perdere la collina anche a causa dell’abbandono della cultivar dolce di Rossano, un olivo alto, dai picAll’interno, dietro la strada che porta da Taranto a Reggio, c’è una serie di sorprendenti realtà agroalimentari, dall’olio della cultivar rossanese al vino, il Cirò, a una specialità come la Sardella con alici e peperoncino fino alla cucina stellata del Dattilo Massimiliano Rella L’interno della Calabria permette di compiere un viaggio del gusto con alcune realtà agroalimentari dalle piccole produzioni con interessanti livelli qualitativi. Come gli uliveti che, negli spazi lasciati liberi dalle clementine, combattono per tenere in vita la cultivar dolce di Rossano che subisce la concorrenza di specie con costi di gestione più bassi ©Massimiliano Rello
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