N°133 Dicembre

38 Food&Beverage | dicembre 2020 sono state determinate grazie alla modellazione digitale; in seguito, sono stati sviluppati stampi con incisioni di dettagli unici. Questi vengono quindi immersi in bagni di una miscela di cellulosa liquida, sottoposti a lavorazione per raggruppare le fibre e formare un involucro di carta bianca tridimensionale. Il risultato si ottiene senza l’impiego di plastica o colla. Durante la sigillatura, il monoblocco segue perfettamente la forma della bottiglia ed è impreziosito con eleganti finiture che richiamano il patrimonio Ruinart. L’involucro viene assemblato a mano in Champagne e avvolge ogni preziosa bottiglia come una seconda pelle. “Second skin case è una proposta rivoluzionaria e innovativa per una Maison che fin dalla sua fondazione, nel 1729, ha uno spirito pionieristico e innovatore -dice Silvia Rossetto- Oltre a essere la prima Maison di produzione dello Champagne, è stata anche la prima a commercializzare uno Champagne rosé nel 1764, la prima ad acquistare le millenarie cantine di gesso ideali per l’invecchiamento dei vini, la prima a utilizzare casse di legno per il trasporto delle bottiglie nel 1769. Ed è dal 2012 che la Maison Ruinart ha progressivamente implementato una prassi globale di eco-design: un indice di sostenibilità ambientale interno misura l’impatto di tutti i progetti, incluso il packaging, nonché servizi e strumenti di visibilità. Dal 2015, la Maison ha introdotto innovazioni con il lancio di un cofanetto regalo dal peso ridotto (-50 grammi) che ha permesso di risparmiare oltre 200 tonnellate di carta. Lo stesso anno sono stati rimossi tutti gli imballaggi di plastica, eliminando ulteriori 26 tonnellate. I materiali da imballaggio utilizzati provengono dalla Francia (87%) o dall’Europa Occidentale. Gli imballaggi di cartone e i cofanetti in legno -come anche la fibra di legno naturale usata per realizzare la second skin- sono tutti ricavati al 100% da carta ottenuta da foreste europee gestite in modo sostenibile: lo sviluppo della second skin fa parte di questo approccio globale”. Il nuovo imballaggio è nove volte più leggero di quello tradizionale e riduce l’impronta di carbonio del 60% rispetto all’attuale produzione di Ruinart. “Con questo packaging la Maison conferma il suo ruolo di precursore nel mondo dello Champagne e il suo impegno in termini di responsabilità sociale e ambientale -ribadisce Frédéric Dufour- Questo progetto rivoluzionario incarna il fermo impegno per uno sviluppo più sostenibile del packaging in tutte le fasi della realizzazione e della commercializzazione dei prodotti, dalla cura dei vigneti all’esperienza del consumatore”. “Per Ruinart, la sostenibilità è un must: la viticoltura è un impegno a lungo termine - sottolinea Frédéric Panaïotis, dal 2007 Chef de Caves della Maison- Grazie alla combinazione di vitigni, cru e millesimati, anno dopo anno componiamo diverse cuvée. È un processo lungo: dalla vendemmia alla degustazione trascorre talvolta più di un decennio. Vent’anni fa la cultura del vigneto si combinava con la filosofia della sostenibilità: dai vigneti certificati Viticoltura sostenibile nello Champagne fin dagli anni ’90 e Alto Valore Ambientale dal 2014, a tutte le Sono occorsi oltre due anni di studio e sette prototipi prima di arrivare a questo innovativo packaging ultraleggero ed ecoresponsabile, facilmente e completamente riciclabile, che avvolge la bottiglia come una seconda pelle, senza spigoli. Sono entrate in campo innovazioni tecnologiche nella fabbricazione della carta, modellata in un unico pezzo per riprodurre esattamente la forma della bottiglia. Il sistema di chiusura è un pulsante a scatto sagomato direttamente sull’involucro MAISONRUINART

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