51 Food&Beverage | dicembre 2020 SPECIALE “ Mentre i simboli vanno e vengono, lo Champagne rimane straordinariamente potente. Ti fa sentire come se fosse sempre domenica e i giorni migliori fossero più vicini”. L’ha detto la divina Marlene Dietrich, la diva sofisticata e sensuale per antonomasia e in questo periodo sono parole preziose, di cui fare tesoro. Da sempre sinonimo di festa e di celebrazione, lo Champagne, mai come quest’anno, ci ha dato piccole grandi gioie anche nell’intimità casalinga. E se non si è potuto stappare con frequenza usuale in locali e ristoranti, tra le mura domestiche non è mai mancata la bolla transalpina, emblema secolare della gioia di vivere e dello stare insieme. Le bollicine francesi continuano ad accompagnare con classe ogni momento della giornata, declinandosi a seconda delle occasioni e dei gusti, grazie a una gamma di creazioni enologiche diverse, dai Blanc de Blancs ai Blanc de Noir, dai Sans Année ai Millésime, dai Pas Dosé ai Demi-sec… A conferma della grande versatilità di abbinamento delle diverse tipologie di Champagne, sempre più protagoniste di pairing audaci e sorprendenti con i piatti più creativi e complessi così come con quelli più semplici e immediati. La grande forza trasversale dello Champagne è, non a caso, apprezzata dagli chef, così come da tutti i protagonisti del settore horeca. Secondo i dati raccolti dal Comité Champagne nel 2019, il giro d’affari complessivo ha raggiunto i 5,05 miliardi di euro, con una crescita del 3,4% rispetto al 2018, grazie al forte aumento delle esportazioni (3miliardi di euro, pari al +7,1%). Una risposta del suo successo e della sua internazionalità la troviamo anche nella sua capacità di legarsi a cucine molto diverse tra loro, da quella asiatica alla messicana, da quella del nord Europa all’ africana, dalla spagnola all’italiana. Ed è proprio l’Italia uno dei Paesi di riferimento per il settore delle bollicine, che si affianca a Stati Uniti, RegnoUnito e Giappone, che restano le destinazioni preferite dell’export dalla Francia, di cui rappresentano quasi il 50% del fatturato. Il “caso” italiano, che vede il nostro Paese posizionarsi al 6° posto nella classifica mondiale dell’export a volume, con 8.329.575 milioni di bottiglie spedite, è spiegato da diversi fattori, non ultimo, la grande attenzione verso la cultura e la conoscenza dell’enogastronomia e delle sue eccellenze. Se le prime spedizioni di Champagne dalla Francia risalgono ufficialmente intorno agli anni ’50, la storia d’amore degli italiani per questo vino è più antica e prosegue grazie anche alla curiosità verso le novità e alla maggiore competenza dei consumatori che hanno dimostrato, così come gli esperti del settore, un’attenzione particolare verso gli Champagne millesimati e le cuvée speciali, che rappresentano, secondo i dati forniti da Domenico Avolio, direttore del Bureau du Champagne Italia, l’8,3% del totale delle spedizioni dalla Francia. Un numero impressionante, tenendo presente l’estensione e la densità di popolazione dell’Italia, rispetto agli altri Paesi importatori. La costante attenzione verso le novità lanciate periodicamente dalle Maison è confermata non solo dai dati di vendita, ma anche dal crescente successo dei corsi di approfondimento online sullo Champagne, tra cui anche quello, gratuito, offerto dal Comité Champagne su Champagne Mooc (Massive Open Online Course), una piattaforma e-learning. Studi e degustazioni virtuali a cui attendono sempre più wine lovers di ogni età e sesso. Le donne, si Vino conviviale per eccellenza, simbolo di stile ed eleganza intramontabile, lo Champagne è come un abito di alta sartoria che non si è mai stanchi di indossare, che cambia a seconda delle stagioni e delle occasioni Carla Pacelli Il successo degli Champagne gastronomici e trasversali Uno dei motivi del successo dello Champagne risiede anche nella sua capacità di legarsi a cucine differenti come quella asiatica o altre cucine europee. L’Italia è al sesto posto nella classifica dell’export e riserva un’attenzione particolare a millesimati e cuvée speciali che valgono l’8,3% dell’importazione di Champagne nella Penisola: un dato molto alto in proporzione alla popolazione e ai consumi
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