80 Food&Beverage | dicembre 2020 occhi , dopo un inseguimento all’ultimo respiro, si fermava a sorseggiare un caffè americano. La città che ha elevato i caffè storici a dignità museale è Torino, facendone l’oggetto di un tour per ricordare i grandi personaggi che li hanno frequentati. Ai loro tavolini, tra tappezzerie in raso, preziose specchiere e candelieri, Camillo Cavour decise le sorti nazionali, Cesare Pavese mise su carta il suo male di vivere e Friedrich Nietzsche iniziò ad alimentare il germoglio della follia. Ogni insegna ha la propria storia, le proprie specialità, le proprie caratteristiche, come ilCaffè San Carlo . Ma in piazza Castello, a due passi da Palazzo Reale e dal Teatro Regio, Mulassano si Clark Gable il caffè lo beveva al Grand Café al Porto di Lugano, Giuseppe Verdi preferiva il Camparino in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano e Richard Wagner cercava ispirazione nella sale del Lavena di Venezia. Sean Connery, James Bond, dopo un inseguimento mozzafiato si fermava invece al Florian per una pausa. In basso, Cesare Pavese, amante dei caffè torinesi distingue per essere il più piccolo caffè storico al mondo: solo 31 metri quadrati in un Liberty perfetto. Il cinema ne ha fatto un set d’elezione: Mario Soldati vi ha girato Piccolo mondo antico , Dario ArgentoQuattro mosche di velluto grigioe Giulio BaseLa donna della domenica . Qui prendeva il caffè Casa Savoia ed Erminio Macario ordinava il suo vermouth quotidiano, accompagnato spesso dall’invenzione della casa, il tramezzino (1926), così battezzato da quell’immaginifico inventore di parole che fu Gabriele d’Annunzio. A costituire un’attrazione culturale anche i caffè storici di Trieste, meta d’elezione -ieri come oggi- di artisti, scrittori e intellettuali; tra loro, Italo Svevo, Giani Stuparich, Umberto Saba. Al Tommaseo , primo a introdurre in città il piacere del gelato, era solito sedersi Stendhal, mentre al San Marco , capolavoro dello stile Secessione, si recava James Joyce nel periodo di creazione dell’ Ulisse . Claudio Magris li ha amati entrambi; in uno ha scrittoDanubio , all’altro ha dedicato il primo racconto del volumeMicrocosmi . Ed è legata a un caffè pure la fortuna letteraria di J. K. Rowling. La scrittrice britannica ha iniziato il primo romanzo della saga che l’ha resa ricca e famosa (Harry Potter e la pietra filosofale) alMajestic di Porto, piccolo gioiello Art Nouveau dalla candida facciata a colonne e festoni floreali, rinomato per il baccalà con uova e patate. I caffè, diceva LOCALI
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