81 Food&Beverage | dicembre 2020 Umberto Eco, sono “una terra di nessuno e di tutti, a metà tra il tempo libero e l’attività professionale”. E così è stato, dal XVIII secolo in poi, massimamente a Parigi. Epicentri indiscussi della vita artistico-culturale, i caffè di Saint-Germaindes-Prés , Montmartre, Montparnasse, funzionavano come uffici, redazioni, salotti, succursale di casa. Al ProcopeDenis Diderot scriveva pagine dell’ Encyclopédie , ilDeux Magots fu il laboratorio dell’avanguardia surrealista e alCafé de Flore , al tavolo di Jean Paul Sarte e Simone de Beauvoir, nacque l’Esistenzialismo (“siamo completamente stabili lì”, confessavano i due). A Roma è successo qualcosa di simile solo all’ Antico Caffè Grecodi via Condotti. Dal 1760, anno della fondazione, ci sono passati tutti: artisti, musicisti, scrittori, poeti, porporati. Casanova ne parla nelle sue Memorie , Gogol vi scrive Le anime mortee Renato Guttuso lo immortala in un celebre quadro oggi al Thyssen-Bornemisza di Madrid (“il fascino del luogo nasce anche dalla gente che ci è passata, da Buffalo Bill a Gabriele d’Annunzio”, diceva). Secondo la leggenda, se un cardinale vi siede diventerà Papa: la storia, al momento, registra un solo caso, quello di Gioacchino Pecci, poi Leone XIII. Ambizioni pontificie o no, vale una sosta anche solo per le oltre 300 opere d’arte, che ne fanno la più ricca galleria privata all’interno di un locale pubblico al mondo. Il Mulassano di Torino è stato il set scelto da Mario Soldati per il suo film “Piccolo mondo antico”. Claudio Magris ha celebrato nei suoi scritti il Tommaseo e il San Marco di Trieste, altra città famosa per i suoi locali, e Giuseppe Mazzini passava ogni tanto al Grand Café al Porto di Lugano. Il Deux Magots di Parigi fu il laboratorio dell’avanguardia surrealista, mentre al Cafè de Flore s’incontravano Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir. L’Antico Caffè Greco di Roma era invece frequentato da Renato Guttuso: a sinistra, un autoritratto
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