63 Food&Beverage | settembre-ottobre 2021 Gli strascichi del periodo nero sono importanti e in qualche caso potrebbero ostacolare la ripresa. I debiti rimangono imponenti, ma in generale gli operatori dimostrano grande fiducia. Basta che la macchina si rimetta in moto e con i suoi tempi tutto tornerà nella norma. Nella foto, la cantina e i vigneti di Feudo Arancio, in Sicilia, del Gruppo Mezzacorona Confcommercio- è stata dell’82,7% sullo stesso periodo del 2020, che equivale a un recupero di 6,4 miliardi di euro. Un dato positivo certo, ma il raffronto è con un trimestre in cui le aziende sono state chiuse per 48 giorni consecutivi. L’estate è andata bene, i ricavi in crescita hanno toccato, sempre secondo Fipe/Confcommercio, 1,2 miliardi di euro nel solo agosto. A condizione che il quadro sanitario evolva positivamente, grazie al proseguimento della campagna vaccinale in Italia e all’estero, la ristorazione potrebbe ritornare ai livelli pre-pandemia dell’estate 2019 nel 2023. Ci vorrà quindi del tempo anche se forse non tanto quanto paventato, perché tutti hanno una gran voglia di tornare a vivere “normalmente” e sono protetti dal vaccino e dalle misure di sicurezza. Vino di qualità e ristorazione sono legati a doppio filo, infatti, le parziali riaperture anche serali di maggio -secondo le elaborazioni della Fipe su base Tradelab del luglio scorso- hanno fatto lievitare i consumi di vino del 90% (saliti a 4,1 miliardi di euro) sul mese precedente, con punte del +221% per il segmento dei ristoranti e del 375% per i locali dell’aperitivo. I mesi estivi successivi, complici il caldo e le ferie, sono andati ancora meglio. Dalla stessa indagine emerge che l’85% dei gestori di bar e ristoranti era già fiducioso che al termine della pandemia si sarebbe potuto tornare a svolgere la propria professione, anche se poco più della metà ritiene che il proprio GRUPPO MEZZACORONA Nuovo look per i vini siciliani Feudo Arancio Feudo Arancio, la tenuta del Gruppo Mezzacorona in terra di Sicilia, rinnova l’immagine dei propri vini con un look iconico tutto nuovo, un mix fra tradizione e uno slancio moderno, come è nell’essenza del marchio. La bottiglia dalla forma sinuosa ricorda i vasi e le anfore della ceramica siciliana, il collo lungo e sottile conferisce eleganza e modernità. L’etichetta dal tatto raffinato è in un materiale satinato con il marchio in lamina e il marchio è ripreso anche sulla capsula per una maggiore riconoscibilità e per rafforzare la brand identity. Così l’azienda punta a posizionare il brand a un livello più alto attraverso un design dai dettagli che danno maggiore respiro all’immagine, maggiore armonia tra i colori e gli elementi grafici. I vini Feudo Arancio, progetto avviato nel 2001 dal Gruppo trentino, nascono nelle tenute Solsicano a Sambuca di Sicilia (Agrigento) e Villa Albius ad Acate (Ragusa), in 700 ettari vitati sempre più ancorati al territorio: vini del sud che maturano in climi caldo-secchi particolarmente graditi ai consumatori sempre più attenti alla qualità e alla riconoscibilità territoriale. Il nuovo brand distingue tutte le etichette, a cominciare da Feudo Arancio Grillo Sicilia Doc. È un vino dal colore giallo paglierino carico, con un aroma spiccatamente tropicale in cui si distinguono note di mango e papaia, che si fondono a sentori di gelsomino e fiori bianchi; ha un gusto equilibrato e armonico, con una delicata acidità e una buona persistenza.
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