N°137 Settembre Ottobre

78 Food&Beverage | settembre-ottobre 2021 ITINERARI Una panoramica della costa di Sperlonga e i resti della villa di Tiberio nel museo Archeologico della cittadina. Sotto, la suggestiva Montagna Spaccata, a Gaeta, e la tiella, tipica focaccia ripiena di pesce e verdure: questa è farcita con la scarola ed è preparata dall’Antico Forno Giordano fiocco di prosciutto e salami casarecci stratosferici (www.francopetrillo.it). Finalmente si arriva a Sperlonga e la prima cosa da fare, se il tempo lo permette, è il bagno nelle acque bandiera blu. Poi si va alla scoperta dell’antico borgo marinaro -tra i Borghi Più Belli d’Italia- un groviglio di vicoli imbiancati di calce e casette affastellate, arroccato sul Monte San Magno, vista mare. Frequentatissima d’estate, di giorno la vita si riversa in spiaggia tra acque azzurre, gelati e bibite fresche, la sera fluisce nei vicoli e nella piazzetta del paese alto, circondata da bar e tavolini all’aperto. Camminando lungo il bagnasciuga, all’estremità della spiaggia, sotto il paese si trova la Grotta di Tiberio, un’ampia cavità che fungeva da ninfeo della villa dell’Imperatore Romano. Tiberio vi fece costruire una grande dimora ricca di sculture, con un cortile porticato, una fornace e il forno per il pane. Annesso all’area oggi sorge il Museo Nazionale Archeologico di Sperlonga, ricco di reperti di pregio; su tutti il gruppo scultoreo con Ulisse e i compagni nell’atto di accecare Polifemo. E così si torna nel mito. Lasciata Sperlonga si prosegue lungo la panoramica verso Gaeta, tra curve, gallerie, insenature e scorci suggestivi sul tratto di mare più bello del Lazio: con la Torre di Capovento, la piana di Sant’Agostino, la spiaggia delle Scissure, quella dell’Arenauta, fino ai Trecento Scalini, dove -s’intuisce dal nome- si consiglia di scendere leggeri leggeri. E, infine, il Serapo, il lido di Gaeta, paese che fu l’ultima roccaforte Borbonica a resistere ai bombardamenti piemontesi e genovesi alla vigilia dell’Unità d’Italia. Il Massiccio che sovrasta il Serapo è la Montagna Spaccata, così chiamata per la presenza di grandi fenditure nella roccia; che forse furono eseguite dai Romani per creare un passaggio stradale carrozzabile. Leggenda vuole, però, che si sarebbero aperte durante la Crocifissione. Prima di addentrarvisi, ci si deve fermare davanti alla mano del turco, la cui forma impressa nella roccia è ben lucidata da secoli di mani in carne e ossa che vi si poggiano sopra in un istintivo gesto rituale. Ridiscesi in paese è d’obbligo uno spuntino a base di tiella di Gaeta, una grande focaccia rotonda ripiena di pesce e verdure: prende il nome dal recipiente di cottura e un tempo era il pasto dei marinai. La sua sfoglia è friabile per l’aggiunta di olio extravergine nell’impasto, mentre al centro è “pizzicata” a mano, quindi presenta un buchetto che lascia intravedere il ripieno. Tante le versioni, tutte ottime, come quella con alici e scarola, polpo lessato, pomodoro, odori e peperoncino dell’Antico Forno Giordano che la prepara magistralmente dal 1890 (tel. 0771.460603). La tappa successiva è nella -urbanisticamente contigua- Formia, per un pranzo di pesce fresco, freschissimo, un calice di vino laziale e altri peccatucci di gola. Si è ormai vicini al confine con la Campania quando si entra a Formia, località marinara dove nel 43 a.C. fu ucciso Cicerone da sicari mandati da Antonio. Un mausoleo ricorda il filosofo e politico romano. Così, prima di sedersi alla tavola del nuovo ristorante Michele Chinappi si fa un ultimo giro dei sapori per riempire la busta della spesa. Prima tappa nella vicina Spigno Saturnia alla cantina Terra delle Ginestre, dove dominano i bianchi e i vini da vitigni autoctoni: melotano, abbuoto, bellone e moscato di Terracina (www. terradelleginestre.it). Seconda deviazione alla corte

RkJQdWJsaXNoZXIy NTUwOQ==