86 Food&Beverage | settembre-ottobre 2021 Poco più di trent’anni e una grinta da vendere, Veronica Costantino è la prova di come la professione di bartender sia creativa e versatile. Lei, creativa e versatile ha dimostrato di esserlo quando, finita la scuola, si è trasferita a Roma dalla Calabria per frequentare un’Accademia di recitazione. Determinata e concreta, ma anche sognatrice e pazzerella, come ogni artista, Veronica recita, suona, si affaccia a tutto ciò che permette di esprimersi e di creare: “Per la mia famiglia non è stato facile né vedermi partire per Roma a studiare recitazione, né, tantomeno, accettare che lavorassi dietro a un bancone”. In effetti al bar ci arriva, come tanti, un po’ per caso, un po’ per necessità, allo scopo di “arrotondare”: “Si parla di sei anni fa, non sapevo preparare nemmeno un caffè -ricorda- Eppure ciò che ho visto ha esercitato una magia. La miscelazione per me si avvicina molto all’espressione teatrale: il bancone è un palcoscenico e il rapporto che si crea con la clientela è spesso un’intesa, uno scambio di energia, simile a quello tra l’attore e il pubblico”. Da quel momento Veronica sceglie il mondo della cocktailerie anche se, trattandosi di un lavoro prettamente serale, pregiudica inevitabilmente la carriera nel teatro: “Non improvviso mai -precisa- Ho iniziato a frequentare una scuola di miscelazione a Roma e a lavorare in locali dal taglio diverso ma che mi permettessero di conoscere le sfaccettature di questo mestiere: hotel 5 stelle, ristoranti con american bar, speak easy. Parole d’ordine: capire e imparare”. Oggi il suo talento è riconosciuto, anche da concorsi e premi prestigiosi, i brand importanti la cercano e il mondo del beverage guarda con interesse al suo lavoro. Nel frattempo, due anni e mezzo fa, si è trasferita da Roma a Firenze, conquistata dalla proposta di lavorare al Guné, un progetto tutto al femminile di ristorante/cocktail bar. L’interesse per il connubio cucina/miscelazione, che già aveva dimostrato nei grandi hotel romani, a Firenze si concretizza: “Mi piacciono le preparazioni bizzarre -continua Veronica- adoro i fat wash, ad esempio, e mi piace l’idea di utilizzare strumenti innovativi e preparazioni fuori dal comune. Le contaminazioni tra l’arte della cucina e quella della miscelazione aprono orizzonti di creatività pazzeschi”. È così che sulla scia della sua inesauribile ricerca di stimoli, circa un anno fa, arriva a Largo 9, il locale di Gabriele Dani, chef conquistato dal mondo dei lievitati: grani antichi, farine digeribili, impasti cotti a vapore, ingredienti non industriali e tecniche innovative, dal molecolare alle fermentazioni passando per il sottovuoto. La “cucina liquida” di Veronica Costantino, come ama definire il suo lavoro, ha trovato qui la sua piena realizzazione. Il cocktail Frida è in qualche modo la sintesi dell’anima e delle esperienze di vita accumulate, ma anche emblema della carica innovativa e sperimentale della sua creatrice. Addirittura audace (come ogni teatrante che si rispetti!) e capace di trovare il filo che unisce sapori e profumi da tutto il mondo: la tequila incontra la cipolla rossa di Tropea, il basilico si rinnova in caramello e sposa il pepe rosa del Sichuan… e, ad avvolgere il connubio, il sapore di casa e l’omaggio ai lievitati di Dani. Volitiva e ambiziosa, giocherellona e sensibile, Veronica è sempre pronta a salpare verso un nuovo orizzonte. Mossa da un irrefrenabile spirito d’avventura. SPIRITBARMAN Volitiva e determinata, si fa trasportare dalla nuova passione per la mixology, studia e lavora in locali differenti. E poi torna a Firenze sempre con l’idea di cimentarsi nelle proposte più bizzarre Manuela Caspani Veronica sempre sul palco passa dal teatro ai cocktail IL COCKTAIL Frida 50 ml Tequila infusa alla cipolla rossa di Tropea 15 ml di caramello di basilico e pepe rosa del Sichuan 20 ml di succo di lime Crustas: focaccia polverizzata condita con sale acciugato e paprika
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