88 Food&Beverage | settembre-ottobre 2021 Sir Barry the Barrel Bohème Bourbon. Questo il suo nome. È il bulldog francese titolare del Bohème Mixology Bar di Catania. Sì proprio lui (erede del primo Sir Bobo Bohème Bourbon) che, come ogni titolare che si rispetti, si aggira libero per il locale, intrattiene i clienti, si presta a essere compagno discreto. Bruno Arena e Salvo Longo lo affermano all’unisono: il vero titolare è lui. E svelano anche l’arcano del simbolo del Bohème Mixology Bar: il muso di un bulldog con baffi e monocolo. Del cane abbiamo detto, il monocolo è un richiamo alle doti di abile e attento affarista di Bruno mentre “il baffo” è il tratto distintivo di Salvo, la metà artistica del duo. Un’alchimia vincente che si percepisce chiacchierando con loro mentre Sir Barry gironzola intorno e si presta pure a un’inquadratura. Del resto, fin dalla nascita, Bohème Mixology Bar è stato un progetto ambizioso, di quelli che necessitano di sintonia, coerenza e complementarietà. In effetti, Bruno e Salvo sostengono di formare, insieme, un unico cervello, abilità e caratteristiche dell’emisfero destro l’uno, del sinistro l’altro: “Facciamo un cervello in due, in pratica”, scherza Salvo, “Sì, ma a differenza di quanto accade normalmente utilizzato al cento per cento”, completa Bruno. Insomma, è uno spasso starli ad ascoltare. Il frutto di questo tandem sono sei anni di successo per un locale che si distingue per non scendere facilmente a compromessi. Tanto da rinunciare all’asporto e all’adattarsi durante l’emergenza Covid: “È stata durissima. Una scelta non facile -raccontano- ma non potevamo fare altrimenti. Ciò che ha distinto Bohème Mixology Bar è il nostro modo di fare accoglienza, di preparare e servire drink. È il luogo, insieme alle persone che lo frequentano e a quelle che ci lavorano, che fa la differenza. A partire dall’ingresso per continuare con la presentazione dei cocktail”. Bohème Mixology Bar, infatti, non prevede menu, ma un’esperienza individuale che conduce alla scelta di cosa bere e a far sì che ogni serata sia un’esperienza diversa. Per il cliente e per il bartender. “È uno stimolo reciproco -chiarisce Bruno- chi entra viene accolto, fatto accomodare, il barman arriva al tavolo e… racconta ma anche ascolta, i gusti, le curiosità, cerca persino di cogliere i desideri inespressi. Ogni cocktail, classico o no, ha una sua storia, ogni prodotto, ogni ingrediente ha qualcosa da dire. Se gli ospiti sono tanti, i bartender dedicati saranno più d’uno, se tra gli habitué c’è un neofita i compagni esortano all’ascolto della storia, a lasciarsi trasportare nei racconti di sapori, tradizioni, culture. Una sorta di incantesimo da Mille e una notte. Il nostro focus è la crescita, fin dalla prima volta che entra, l’esperienza del cliente viene catalogata con l’obiettivo che la volta successiva sarà diversa. Lui cresce in competenze e noi cresciamo a nostra volta grazie ai suoi stimoli”. Una filosofia impegnativa che prevede uno staff preparato; del resto, se Bruno e Salvo sono i due capitani coraggiosi, i professionisti che li affiancano sono altrettanto motivati: Fabio Privitera, Nidhar Benamer, Dixie Espulgar sono i barman versatili e intercambiabili che contribuiscono al successo di Bohème. La clientela ne è affascinata e il coinvolgimento esperienziale che il locale garantisce fa sì che ritorni, certa che ogni serata sarà differente. Tutt’altro che una visione elitaria dunque. Piuttosto, fedele al proprio nome, richiama l’esperienza degli artisti e intellettuali francesi di fine ’800 che, in polemica con la società borghese a cui appartenevano, ambivano a portare l’arte al popolo, a spazzar via i pregiudizi e il perbenismo. Bohème Mixology Bar è un luogo per tutti, o almeno per chiunque sia disponibile a nuove scoperte e a Manuela Caspani LOCALI Da Salvo e Bruno del Bohème la mixology è un’esperienza Il locale di Catania punta sull’accoglienza, la qualità delle ricette e il rapporto con la clientela. Un luogo adatto a chi vuole farsi sorprendere. Con un tocco green Bohème Mixology Bar vuole essere un luogo in cui, oltre a proporre cocktail, si regala al cliente un’esperienza ogni volta sempre diversa che conduce alla scelta di proposte adatte alla sua personalità. Da qui anche la rinuncia al delivery durante il lockdown
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