N°141 Aprile Maggio

44 Food&Beverage |aprile-maggio 2022 protetto e le sue preziose viti, è considerato un santuario della biodiversità, in cui è fondamentale connettere la vita del vigneto a quella del bosco. Grazie al lavoro compiuto in collaborazione con il Conservatoire des Espaces Naturels Provence-Alpes-Côte d’Azur è stato possibile eseguire un “censimento” della flora e della fauna autoctone: tra le varietà arboricole spiccano il pino cembro, la quercia da sughero e la camomilla rara, mentre tra quelle animali oltre 90 specie, tra cui 12 di pipistrelli e la tartaruga di Hermann. Inoltre, in collaborazione con l’Observatoire Français d’Apidologie, sono stati integrati nella tenuta 200 alveari (che contano 50 milioni di api!) e in primavera sarà installata anche una stazione di fecondazione delle api regine: è una delle sole 12 stazioni di fecondazione al mondo; la varietà di ecosistemi che circonda Château Galoupet assicura le condizioni ottimali per la salute e la crescita delle api, così tra gli obiettivi c’è anche quello di rigenerare diverse specie di flora e fauna, seminando quelle più utili alle api, come l’orchidea, la camomilla, il rosmarino, il pisello e, in particolare tra i filari, le piante di mostarda che svettano con i loro fiori gialli. “Duecento milioni di anni fa, in età del Giurassico, qui c’era un ecosistema diverso e con i dinosauri sono arrivati i primi fiori e le prime api: un fatto importante, perché il polline delle piante fiorite ciba le api che volando di fiore in fiore permettono la riproduzione delle piante -spiega Fabien Kouachi, responsabile dei progetti di Sensibilitation et des Operations des Fleurs pour les Abeilles et l’Ecole des Abeilles- Senza biodiversità si mette in pericolo la vita stessa delle api e in un certo senso anche la nostra, perché un terzo dell’ alimentazione umana nasce dal lavoro delle api che sono responsabili dell’80% del processo di impollinazione in natura. Inoltre, l’attività delle api interagisce con il lavoro nelle vigne. Nei vigneti in cui sono presenti degli alveari si è osservata la capacità da parte delle piante di aumentare la produzione di uva, in particolare in annate piovose. Svolgono quindi un ruolo fondamentale nella riproduzione dei fiori e preservano la biodiversità nei vigneti”. Per il suo ecosistema unico la tenuta è stata oggetto di studio da parte di storici, geologi e agronomi, che hanno analizzato la composizione del suolo, l’acqua e il movimento dei venti, oltre a catalogare tutte le specie animali presenti nella proprietà, con l’obiettivo di mapparne ogni ettaro. Perché Château Galoupet sorge nella cosiddetta Provenza Cristallina, una delle più antiche formazioni geologiche della regione: “Questo territorio vanta un proprio microclima e tre composizioni di suolo specifiche e diverse da nord a sud della tenuta (fillade quarzifera, arenaria scistosa, colluvio), le cui caratteristiche si riflettono nell’espressione finale dei suoi vini -spiega Mathieu Meyer- Qui coltiviamo vitigni autoctoni come cinsault, grenache, rolle, semillon, syrah e tibouren, una varietà tipica e rara sulla quale puntiamo in maniera particolare: nell’ultimo periodo il 60% dei vigneti, che si trovano tra i 60 e i 100 metri sul livello del mare, è stato ripiantato. In quanto Cru Classé, Château Galoupet è proprietario al 100% delle uve e questo consente una gestione vitivinicola con pratiche sostenibili e trasparenti in ogni fase della produzione e dell’assemblaggio”. Una tenuta che guarda al futuro, dunque, impegnata a rispettare le Mathieu Meyer, ingegnere agronomo, è Estate Director di Château Galoupet. Da sempre appassionato di tutela ambientale, nel vasto domaine composto da 77 ettari di bosco protetto e 69 ettari di vigneto, è impegnato nella salvaguardia della biodiversità e dell’ecosistema. La conversione biologica, iniziata nel 2020, sarà completata nel 2023. Sotto, il laghetto artificiale presente nella tenuta COVERSTORY

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