74 Food&Beverage |aprile-maggio 2022 Nel 2020 la Dop Economy ha retto. Nell’anno della pandemia i prodotti Dop e Igp hanno lasciato sul terreno solo il 2% per un valore della produzione di 16,6 miliardi di euro che vale il 19% del fatturato totale dell’agroalimentare italiano. Buono anche il risultato dell’export con 9,5 miliardi di euro e un calo dello 0,1%. Il valore complessivo è frutto di un andamento diverso fra i due comparti sui mercati esteri con il cibo che con 3,92 miliardi di euro registra un incremento del valore esportato dell’1,6% e il vino che con 5,57 miliardi di euro mostra un calo dell’1,3%. Mercati principali si confermano Germania (770 milioni di euro), Usa (647), Francia (520) e Regno Unito (268). Sono i dati principali XIX Rapporto Ismea-Qualivita che riassume l’attività dei 200 mila operatori e 286 Consorzi di tutela dei comparti cibo e vino. “Ancora una volta il Rapporto evidenzia come esso rappresenti un modello efficace di sviluppo dei territori -commenta CesareMazzetti, presidente Fondazione Qualivita- La coesione delle filiere, la garanzia di sicurezza per i consumatori e la capacità di dialogo con le istituzioni hanno rappresentato punti di forza per la tenuta del settore in risposta alle difficoltà emerse durante la prima fase della pandemia. La Fondazione Qualivita continuerà a supportare il sistema attraverso l’analisi del settore, proponendo elementi utili a definire una nuova visione strategica sulla qualità in risposta ai mutamenti in atto e ai nuovi obiettivi della transizione ecologica”. Tutte le regioni e le province italiane registrano un impatto economico delle filiere Dop Igp, anche se si conferma la concentrazione del valore nel Nord Italia. Fra le prime 20 province per valore, ben 11 sono delle regioni del Nord-Est, a partire dalle prime tre -Treviso, Parma e Verona- che registrano un impatto territoriale che va oltre il miliardo di euro. Nel 2020 solo l’area Sud e Isole mostra un incremento complessivo del valore rispetto all’anno precedente (+7,5%), con crescite importanti soprattutto per Puglia e Sardegna. Fra i prodotti, i formaggi (56 Denominazioni e 25.830 operatori per un valore di 4,18 miliardi di euro alla produzione, -7,8%) vedono crescere la quantità certificata anche se per alcune produzioni a Denominazione di origine protetta cala il valore a causa delle difficoltà di assorbimento del mercato interno. A colpire è stata soprattutto la chiusura del settore horeca. In Lombardia (1,32 miliardi di euro) ed Emilia-Romagna (1,31) si concentrano quasi i due terzi del valore della categoria; al terzo posto si trova la Campania, con 414milioni di euro. Le prime cinque filiere Dop per valore alla produzione sono Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Mozzarella di Bufala Campana, Gorgonzola e Pecorino Romano che complessivamente valgono 3,7 miliardi di euro. La carne conta invece 43 Denominazioni e 3.877 operatori che generano un valore di 1,87 miliardi di euro alla produzione (-2,0%), pari al 26% del comparto Cibo certificato. Tengono i dati della categoria, mediamente in calo del 2% sia in termini di quantità certificata che di valore, con alcune eccezioni di Denominazioni che hanno mantenuto il valore sul mercato. Le esportazioni raggiungono 555 milioni di euro (-6,3%) con gli effetti della pandemia legati ai prodotti che hanno i Paesi Extra-Ue fra i maggiori mercati di destinazione. In Emilia-Romagna si concentra oltre la metà del valore della categoria con più di un miliardo di euro; seguono Friuli-Venezia Giulia (311 milioni) e Lombardia (307 milioni). Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Prosciutto di Parma Dop, Prosciutto di San Daniele Dop, Mortadella Bologna Igp, Bresaola della Valtellina Igp e Speck Alto Adige Igp che complessivamente valgono 1,6 miliardi di euro. L’ortofrutticolo si traduce in 118 Denominazioni e 20.717 operatori per 404 milioni di euro alla produzione (+26,9%) pari al 6% del comparto Cibo Dop Igp. I dati sono complessivamente in crescita, grazie soprattutto all’incremento produttivo e di valore delle principali categorie del comparto che sono: mele (214 milioni di euro, +44%), frutta a guscio (44 milioni, +31%), agrumi (39 milioni, +25%) e frutta estiva (30 milioni, +17%). Le esportazioni interessano il 27% della produzione certificata a valgono 178 milioni di euro, con una crescita del Francesco Torlaschi RAPPORTI Dop e Igp soffrono l’horeca ma resistono al virus Il Rapporto Ismea-Qualivita 2020 offre un panorama confortante della situazione delle produzioni certificate. Un calo del 2% con problemi sul mercato interno, ma l’export continua a tirare Il Rapporto su Dop e Igp mostra la tenuta del comparto. Coesione delle filiere, sicurezza per i consumatori e capacità di dialogo con le istituzioni sono i punti di forza della Dop Economy
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