75 Food&Beverage |aprile-maggio 2022 +32,8%. In Trentino-Alto Adige si generano circa 207 milioni di euro, seguono Sicilia e Piemonte con 53 milioni di euro e 44 milioni di euro. Le tre regioni rappresentano circa i tre quarti del valore economico della categoria. Altre categorie sono quelle dell’Aceto Balsamico (tre Denominazioni e 672 operatori che generano un valore di 368milioni di euro alla produzione, registrando -5,5%, pari al 5% del comparto), Olio d’oliva (49 Denominazioni e 23.160 operatori per un valore di 71 milioni di euro alla produzione, segnando -14,0%, pari all’1% del comparto) e le carni fresche che hanno sei Denominazioni, 10.293 operatori e un valore di 92milioni di euro (-0,5%) che vale l’1% del totale di Dop e Igp; metà del valore totale si concentra in Sardegna e Toscana. La pasta per le produzioni certificate vale 240 milioni di euro: un risultato raggiunto grazie soprattutto alla Pasta di Gragnano Igp. Bene anche la categoria Panetteria e pasticceria con 82 milioni di euro, trainata dalla Piadina Romagnola Igp (50 milioni) e dai Cantuccini Toscani Igp (24 milioni) a cui si aggiungono segnali positivi dai pani Dop. Fra le altre categorie (9 milioni) bene soprattutto Cioccolato, Pesci e molluschi. “La differenziazione, insieme a innovazione e organizzazione, è la leva del successo dell’agroalimentare italiano, unmodello produttivo fortemente orientato alla qualità, al legame territoriale e a una differenziazione multilivello -dice Angelo Frascarelli, presidente Ismea- Ma in prospettiva è necessario che la filiera agroalimentare affronti la questione con unmaggior impegno rispetto al passato, orientando i propri sforzi per uscire dalla logica delle commodity e fare della distintività l’elemento cardine delle strategie produttive e commerciali”. Lombardia ed Emilia-Romagna sono le principali regioni dell’economia legata a Dop e Igp: insieme raccolgono quasi i due terzi del valore della categoria. Fra i prodotti spiccano come di consueto Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Mozzarella di Bufala Campana, Gorgonzola e Pecorino Romano. La carne da sola vale 1,87 miliardi di euro
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