94 Food&Beverage |giugno-luglio 2022 Chi non ha sognato di essere risvegliata dal principe azzurro o non si è commosso di fronte a Pinocchio che da burattino diventa un bambino in carne e ossa? A fare rivivere sul grande schermo queste storie che hanno accompagnato e continuano ad accompagnare l’infanzia dei bambini di tutto il mondo, è stato il geniale Walt Disney. Ma qual è la genesi di tali capolavori senza tempo che affascinano persone di ogni nazione e di ogni età? A fare scoprire tutto questo, ecco la mostra Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo a Palazzo Barberini, a Roma, fino al 25 settembre. L’esposizione vuole mettere in evidenza il lavoro di ricerca creativa che c’è dietro queste storie e che spesso non è palese allo spettatore, grazie a opere originali provenienti dagli Archivi Disney. Promosso da 24 ore Cultura e curata dalla Walt Disney Animation Research Library con la collaborazione dello storico e critico del fumetto e del cinema di animazione Federico Fiecconi, il percorso porta alla scoperta di miti, leggende, folklore e favole da cui sono tratti i film realizzati inizialmente attraverso il disegno a mano per poi giungere alla produzione ottenuta con la sofisticata animazione digitale. Ciò che viene messo in evidenza è l’abilità di Disney e di tutto il suo staff nel cogliere l’essenza di ciascuna matrice originaria antica e nel donarle nuova vita attraverso il video per diffonderne il valore universale e formativo. Un altro cardine della mostra è lo scoprire il dietro le quinte, il processo artistico dettagliato che va dall’idea a tutto il plot narrativo attraverso cui nasce un capolavoro animato Disney in cui vanno definite le ambientazioni e utilizzate le diverse tecniche artistiche. Biancaneve e i sette nani del 1937 è il primo lungometraggio di animazione Disney, un vero boom economico emediaticomondiale. La protagonista è la principessa buona e dolce, dai capelli neri come l’ebano, le labbra rosse come il sangue e la pelle bianca come la neve, vittima dell’invidia della regina cattiva che vorrebbe essere la più bella del reame e non può perché Biancaneve la supera. La donna, che è anche una strega, ordina al guardacaccia di uccidere la giovane, ma lui ne ha compassione e le permette di fuggire. Verrà ospitata dai sette nani, minatori di cui sono indicati i nomi in base a una personale caratteristica distintiva. La storia è tratta dall’omonima favola dei fratelli Grimm, ma con alcune differenze, e dimostra come il bene, anche se ostacolato e contrastato, vince sempre, perché dopo aver mangiato la mela avvelenata regalatale dalla regina, trasformata in un’anziana attraverso un sortilegio che mette in evidenza la cattiveria del suo animo, Biancaneve verrà salvata dal bacio del principe azzurro e vivrà con lui felice e contenta. Del 1940 è Pinocchio di cui, oltre le stampe, sono presenti in mostra i bozzetti di grafite e matita colorata su carta che dalle pose create dimostrano la vivacità del burattino a cui si allungava il naso se diceva bugie, creato da Collodi. Disney è riuscito a trasformare la figura del monello irrispettoso e impertinente in quello di un innocente che cerca di sopravvivere e ritrovare il proprio percorso di vita in un mondo difficile. Il lieto fine anche qui è CULTURA&GUSTO Palazzo Barberini, a Roma, ospita la mostra che racconta come sono nati i capolavori dell’animazione. Da Biancaneve a Pinocchio a Robin Hood Irene Catarella Il dietro le quinte delle fiabe di Walt Disney “Biancaneve e i sette nani”, realizzato nel 1937, è il primo lungometraggio di animazione prodotto da Walt Disney. Una pietra miliare nella storia di questa tipologia di opere che ha aperto una strada ripercorsa dalla mostra romana con la genesi dei capolavori che si sono succeduti negli anni. Nella pagina a fianco, “Robin Hood”, del 1973, reintepretato da Disney con gli animali protagonisti, e “Frozen 2, Il segreto di Arendelle”, del 2019, dalla fiaba di Handersen
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