16 Food&Beverage |settembre-ottobre 2022 Birra, ripresa a rischio con l’aumento dei costi Secondo Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra, “anche nel 2022 il mercato sembra in ripresa sul fronte dei volumi. La realtà effettiva, però, è un po’ più complessa. L’attuale tempesta dei costi non sembra essere episodica e può generare effetti inflattivi, perdite di competitività, compromettere la ripresa e fermare gli investimenti da parte dei birrifici, nella distribuzione e nei canali di vendita, cioè lungo tutta la filiera brassicola” Francesco Torlaschi MERCATI Il comparto è tornato a crescere con risultati positivi sul fronte di produzione, consumi ed export, ma paga i rincari delle materie prime e dei costi energetici I l 2021 della birra in Italia è stato un anno con luci e ombre. Se da una parte, come è successo in altri settori, il comparto è tornato a crescere con risultati positivi sul fronte della produzione, consumi ed export che si riavvicinano, e in alcuni casi superano i livelli del 2019, dall’altra c’è il peso dei rincari delle materie prime e dei costi energetici che hanno iniziato il loro percorso di aumento proprio nell’estate del 2021. La produzione di birra nel 2021 ha raggiunto quota 17,6 milioni di ettolitri, superando -anche grazie alle esportazioni- i livelli raggiunti nel 2019 (17,3milioni di ettolitri) e quelli del 2020 (15,8milioni di ettolitri). I consumi hanno toccato i 20,8 milioni di ettolitri: non sono ancora ai livelli del 2019, ma sono superiori alle cifre del 2020 (18,9 milioni di ettolitri). Anche l’export ha ripreso quota, con volumi pari a 3,8 milioni di ettolitri, superiori a quelli del 2019 (3,5 milioni) e del 2020 (3,3 milioni) con la conferma del gradimento della birra made in Italy in Paesi a forte tradizione birraria, come il Regno Unito che accoglie il 46,9% delle birre esportate, Stati Uniti (8,6%) e Australia (6,4%). I pesanti rincari di materie prime e utility rischiano però di compromettere la ripresa del comparto. Nel 2020 il settore ha già perso 1,4 miliardi di euro di valore condiviso, che equivalgono a 15 mila posti di lavoro, e nel 2021 ha sofferto ulteriori mesi di chiusure dettate dall’emergenza sanitaria. Per far fronte agli impatti della pandemia il comparto birrario ha già ridotto costi, implementato ottimizzazioni e realizzato investimenti mirati e quindi non è più in grado di assorbire ulteriori aumenti. Per l’associazione delle industrie del settore è dunque urgente prendere decisioni che consentano alle aziende birrarie, alle malterie e ai punti di consumo di continuare o di riprendere un ciclo di investimenti sul proprio business e, dunque, di generare valore sostenibile. L’obiettivo è far tornare a crescere e preservare il significativo valore condiviso generato dalla birra in Italia che nel 2019 ammontava a 9,5 miliardi di euro l’anno e dava lavoro a 108 mila famiglie, contribuendo alle casse dello Stato per 4,5 miliardi l’anno. La birra, però, è l’unica bevanda da pasto gravata da accise ed è prioritario un intervento entro l’anno, perché le riduzioni accordate nell’ultima Legge di Bilancio termineranno il 31 dicembre 2022, e quindi le accise subiranno un aumento dal 2023. In occasione della presentazione dei dati, AssoBirra ha lanciato anche la nuova campagna creativa per supportare la categoria, raccontando diverse occasioni di consumo e ponendo la birra al centro di diversi momenti di socialità. Il pay-off Birra, il gusto che sta bene con tutto presenta la birra come la bevanda da pasto per eccellenza dal gusto inconfondibile che esalta non solo i sapori, ma anche i momenti da vivere in compagnia.
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