25 Food&Beverage |settembre-ottobre 2022 La scommessa vinta dei Week end Gastronomici Amerigo Varotti, direttore di Confcommercio Pesaro Urbino/Marche Nord e deus ex machina del progetto dei Week end gastronomici, ha raccolto i frutti del lavoro fatto negli anni dall’associazione che ha convinto chef, come Adele Cerisoli de La Palomba, e ristoratori a proporre piatti originali Rossella Cerulli PESARO Due versioni, primavera e autunno, con piatti creativi legati al territorio e alla memoria storica della cucina locale. Itinerari inusuali e prezzi promozionali per una formula vincente Non solo tagliatelle e arrosto misto. Ma piatti mai banali, espressione del territorio, profumati di tradizione, impegno e saper fare. E, soprattutto, inseriti in un ricco menu tra i 22 e i 25 euro, bevande escluse. La formula dei Week End Gastronomici dell’entroterra della provincia di Pesaro Urbino (ma sono compresi anche quattro comuni della provincia di Rimini) è stravincente. E non a caso, declinata nelle due versioni primavera e autunno, giunge quest’anno alla sua 39a edizione. Scopo: promuovere la cucina dei preziosi borghi dell’entroterra coinvolgendo a turno ben 43 ristoranti, distribuiti in trenta località, per tutti i week end autunnali, dal 24 settembre al dicembre. E far scoprire, a gourmand locali e non, lungo itinerari inusuali, i dolci rilievi di questo lembo incontaminato delle Marche. Viatico dei week end l’ormai celebre libretto-menu (oggetto di collezione, con tanto di annullo filatelico) con le date, i ristoranti aderenti e cenni sulle località. Ma, soprattutto, chiari e invitanti, i vari menu proposti, tutti diversi tra loro, con tanto di antipasto, primo, secondo, contorno, dessert e caffè. A un prezzo più che promozionale. Una scommessa vinta. “Pesaro e le località della costa vantano da tempo validi chef -spiega Amerigo Varotti, direttore di Confcommercio Pesaro Urbino/Marche Nord e deus ex machina del progetto- mentre nell’ entroterra la proposta gastronomica era classica e poco creativa. Negli anni abbiamo convinto i ristoratori a crescere in qualità, ideando piatti mai banali, elaborando ricette agganciate al territorio e alla memoria storica. E, infatti, oggi la cucina dell’entroterra ha fatto passi da gigante. Obbligatorio poi proporre in carta vini della provincia di Pesaro Urbino”. Approvati a febbraio scorso da Confcommercio, prima dello scoppio del caro bollette (circostanza che ha permesso il mantenimento della promozione pattuita), i menu dell’autunno propongono piatti sfiziosi e ricette di famiglia, a base anche di cacciagione e animali da cortile. Da provare quindi le Chitarrine verdi al ragù di coniglio, i Cappelli con gli asparagi, insieme alla Tacchinella con l’uva passa. Ma anche i Passatelli con fonduta di formaggio e la Crescia sfogliata (da non confondere con la piadina, molto più povera) con salumi di montagna. Il tutto perdendosi tra vallate e colline, alla scoperta di paesi dai nomi antichi come Mombaroccio, Babbucce di Tavullia, Piobbico, Apecchio e Mondavio, alcuni dei quali inseriti nell’Itinerario della Bellezza, ideato anche questo da Confcommercio. Proprio a Mondavio, all’ombra della maestosa Rocca, vale la pena provare la ricetta antica di Adele Cerisoli, chef del ristorante La Palomba, e cioè il Risotto tartufo e piccione. In dialetto locale al pistacoppo: perché i piccioni calpestano ancora i tetti rossi di questi borghi senza tempo.
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