31 Food&Beverage |settembre-ottobre 2022 TARTUFI Appennino Food Group risultati a +61% sul 2020 Appennino Food Group, specializzata nel tartufo, ha registrato nel 2021 un fatturato di 15 milioni di euro. Un risultato che segna +61% sul 2020 e +26% sul 2019. Anche i margini sono cresciuti in modo importante. Nel 2021 l’Ebitda si attesta al 7,11% in crescita sul 2020 del 29,5%, mentre l’utile è stato del 4,54% in crescita sul 2020 del 130,5%. L’Italia rappresenta il 47% del fatturato di Appennino Food Group e l’estero il restante 53%. In Europa, il Gruppo di Savigno (Bo), guidato da Luigi Dattilo, presidente e fondatore (nella foto), ha una forte presenza in Germania e Spagna, mentre nel resto del mondo ha relazioni stabili a Singapore, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Cina, Giappone e Stati Uniti. Ad agosto 2021, Appennino Food Group ha istituito una filiale operativa a Miami e sempre nello stesso anno ha siglato un accordo con l’Acetaia Compagnia del Montale, di Sassuolo (Mo), costituita nel 1984, che produce Aceto Balsamico di Modena. Il Gruppo emiliano ha acquisito il marchio e il fatturato dell’azienda e oggi distribuisce l’aceto attraverso i suoi canali. POMODORO Il GruppoMutti cresce a doppia cifra Il Gruppo Mutti, azienda leader in Europa nella lavorazione del pomodoro 100% italiano, continua a crescere e chiude il 2021 con un fatturato di 484 milioni di euro, una cifra quasi raddoppiata rispetto a 5 anni prima, che vede crescere a doppia cifra i ricavi dei prodotti amarchioMutti (+13% rispetto al 2020). Un risultato positivo confermato da un Ebitda superiore a 48milioni di euro. La posizione finanziaria netta si attesta a circa -34 milioni di euro, conseguenza di una campagna del pomodoro straordinaria per qualità e quantità, che ha permesso al Gruppo di riempire il magazzino svuotato dall’impennata di domanda nel 2020 causa Covid e perseguire ulteriori opportunità di mercato. Sempre nel 2021 Mutti ha consolidato ulteriormente la propria posizione leader (34% a valore) e ha segnato un nuovo traguardo per il Gruppo emiliano: per la prima volta la quota dei volumi di vendita nei mercati esteri (51%) ha superato quella del mercato italiano (49%). PASTA Fatturato a 197 milioni per il Pastificio Garofalo Il Pastificio Garofalo di Gragnano chiude il 2021 con un fatturato pari a 197 milioni di euro e un Ebitda che si attesta a circa il 10%. Risultati che fanno esprimere grande soddisfazione dell’azienda soprattutto in uno scenario macroeconomico così complesso dovuto da una parte alla pandemia da Covid 19, dall’altra a una spirale inflazionistica che spinge verso l’alto il costo delle materie prime e alle tensioni causate dal conflitto tra Russia e Ucraina che sta avendo ripercussioni su numerosi fronti. L’anno di riferimento per il Pastificio Garofalo rimane il 2019, in quanto il 2020 ha visto in Italia e all’estero un’esplosione dei consumi di pasta condizionati dai vari lockdown dovuti alla pandemia. Per l’azienda campana i risultati 2021 rispetto al 2020 sono in controtendenza al trend di mercato di vendita della pasta secca in Italia (-7,9% a volume e -3,5% a valore). Il fatturato 2021, in leggera flessione rispetto al 2020, registra una crescita rispetto al 2019 di circa il 22%. RICAVI 2021 in flessione per vini e spumanti I ricavi complessivi delle prime 280 aziende produttrici di vini e spumanti registrano una flessione del 2,6% nel 2020, con le regioni del Nord Est in calo dell’1,4%, seguite dalle regioni del Nord Ovest con una diminuzione del 3,1%, dalle regioni del Sud e delle Isole con il -5,3%, quasi a pari merito con le regioni del Centro, in flessione del 5,4%. Sono alcuni dati frutto dell’analisi Monitoraitalia di Competitive Data Srl che ha esaminato i bilanci delle prime 280 società di produzione di vini e spumanti per il triennio 2018-2020. Sono le aziende con fatturato superiore ai 50 milioni di euro a ottenere la performance migliore, contenendo il calo allo 0,2%, mentre il divario cresce al diminuire del fatturato: le cantine con fatturato compreso tra 20-50 milioni di euro registrano una diminuzione del 4,8%, quelle con fatturato inferiore ai 20 milioni di euro flettono del 6,2%. Sul mercato interno le aziende hanno dovuto subire cali nell’ordine del 40% nel canale ristorazione, e del 23% nelle enoteche, a seguito delle chiusure emergenziali.
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