36 Food&Beverage |settembre-ottobre 2022 Barbara Amati Il chalk wrap ecosostenibile esalta DomRuinart 2010 COVERSTORY È andato in scena in un luogo molto particolare come Mariencò, a Milano, il debutto del Dom Ruinart 2010, uno Champagne che segna una svolta importante per la più antica Maison de Champagne fondata nel 1729. Nel verde del giardino spettinato ad arte di questo spazio DDVFLQDQWH DOOȇLQWHUQR GL XQ H[ RSLȴFLR ODVFLDto quasi totalmente allo stato originario, in una calda serata estiva, Frédéric Panaïotis, Chef de Caves della Maison, ha raccontato la sua ultima creazione con la passione di sempre. Ha voluto, fortemente, essere a Milano per questo debutto, città che ama molto e dove spesso trascorre le sue vacanze, pur con i tempi strettissimi dettati dai molteplici impegni in giro per il mondo: questa è l’unica occasione di lancio di Dom Ruinart dal 2019. Stanco ma felice, si potrebbe dire, coccolato in particolare da Silvia Rossetto, Senior Brand Manager Ruinart, che ha introdotto la serata e il Dom Ruinart 2010: “Seguendo le orme di second skin case, la confezione ecosostenibile presentata nel 2020 per il Ruinart Blanc de Blancs e il Ruinart Rosé, la Maison ha ora creato la chalk wrap per OD VXD &XY«H GH 3UHVWLJH $EROLWL L FRUHW LO 0LOlesimato veste un nuovo immacolato packaging che ricrea un blocco di gesso bianco ricordando le cave della Maison a Reims. Logo inciso in oro a caldo, la scritta 1729 in rilievo in corrispondenza GHOOD FKLXVXUD SHU UDRU]DUH LO SDWULPRQLR VWRrico della Maison, questo particolarisVLPR FRUHW VHWRVR DO WDWWR UHQde Dom Ruinart 2010 un oggetto scultoreo che mantiene un occhio di riguardo all’ambiente e all’ecoORJLD FRPH ª QHOOD ȴORVRȴD JUHHQ GHOOD 0DLVRQ È, infatti, costituito al 100% da carta riciclabile, è 11 volte più leggero e consente una riduzione del 62% di carbonio rispetto al precedente packaging GHȴQHQGR XQ QXRYR VWLOH GL OXVVR FRQVDSHYROHȋ Così, Dom Ruinart 2010 segna una svolta nella storia della Maison, non solo per il cambio del packaging che diventa più minimale ed essenziale VHQ]D SHUGHUH SUHVWLJLR PD DQFKH SHU LO GLHUHQWH SURFHVVR GL YLQLȴFD]LRQH FKH KD LQWHUHVVDWR questa particolare Cuvée, come ha ben spiegato Frédéric Panaïotis: “Negli anni ’90, gli Chef de Caves di Ruinart cercarono di portare a un livello VXSHULRUH LO SURFHVVR GL DɝQDPHQWR SHU ULYHODUH maggiori complessità. Ebbero l’idea di tornare al tappo in sughero, una pratica un tempo comune, SHU OȇDɝQDPHQWR VXL OLHYLWL &RV® DOFXQH ERWWLJOLH GL Dom Ruinart 1998 furono chiuse con il tappo di sughero invece che con il tappo a corona. All’asVDJJLR QHO OD GLHUHQ]D HUD WDQJLELOH OH ERWtiglie con i tappi di sughero rivelarono un vino più teso e complesso, che si manteneva più giovane. Sebbene il sughero sia poroso, resta estremamente stabile sul lungo periodo. I tappi di metallo, invece, consentono continuamente l’ingresso di piccole quantità di ossigeno nella bottiglia. Così, i tappi a corona sono stati sostituiti con tappi in VXJKHUR SHU OȇDɝQDPHQWR GHO 'RP 5XLQDUW e ciò ha consentito di far maturare più a lungo sui lieviti queste bottiglie”. Per svilupparne appieno il potenziale e ottenere questo risultato è occorso oltre un decennio di riposo controllato nelle profondità delle cave di gesso della Maison. Dom Ruinart 2010, che rappresenta un importante cambio di rotta nel processo produttivo, è il risultato di questo lavoro certosino e rispecchia con estrema accuratezza non solo un anno particolare, ma Un Millesimato davvero unico, che combina un importante cambio di rotta enologico a un setoso e immacolato packaging che ricrea un blocco di gesso bianco. Un Blanc de Blancs seducente, vivace e concentrato che s’impone per la grande intensità aromatica esaltato dai piatti dello chef Riccardo Gaspari del SanBrite di Cortina
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