86 Food&Beverage |settembre-ottobre 2022 Non è facile essere figli del capo. Lo sa Giacomo Prisco che nel mondo dell’ospitalità è cresciuto, respirando l’aria internazionale del bar di famiglia a Pompei. Lui, ragazzino, dava una mano, sensibile al fascino luccicante dei distillati e alla suggestione che l’arte della miscelazione diffonde. Non un vero e proprio apprendista, ma dedicato alle mansioni tipiche di chi deve fare gavetta, Giacomo, concreto e perfezionista, ha sentito da subito la responsabilità di essere un titolare e la necessità di acquisire competenza e professionalità. Spirito creativo associato a piedi ben piantati per terra sono i segreti del suo successo. Oltre a un’irresistibile attrazione per le sfide: “Osservavo, ascoltavo. Come uno scienziato che scruta attraverso il microscopio. Guardavo lavorare i dipendenti, studiavo le bottiglie, pesavo l’importanza di parlare inglese in una località turistica. Ho capito che bisognava allargare le vedute e rispondere a una clientela competente in fatto di bere”. Dopo il diploma si iscrive a Economia, ma inizia anche a seguire i corsi Aibes e a consolidare la sua idea di barman. “Il bartender non è un mero esecutore -racconta- ma deve essere in grado di misurarsi costantemente con se stesso e con chi incontra. Cogliere gli stimoli. Avere uno sguardo lungimirante”. Nel caso di Giacomo significa non dimenticare mai gli obblighi di un imprenditore, ma non avere timore di osare. I primi anni in Aibes lo introducono ai concorsi e il talento emerge nelle gare nazionali e internazionali, fino a portarlo sul podio del Mondiale Iba nel 2015. Il terzo posto tra i migliori al mondo gli spalanca porte, girandole di interviste e offerte di lavoro in strutture di prestigio. “Ammetto di aver sentito il fascino della grande città,maèduratopoco. La libertàe la creatività chemi consentono l’attività autonoma e un territorio dove poter fare la differenza hanno prevalso”. E visto che il talento è di famiglia e la vocazione all’ospitalità pure, non poteva mancare una collaborazione che lo vede insieme al fratello Giovanni a sfidare cliché e vecchie abitudini. Trentatré anni Giacomo, pochi di meno Giovanni, entrambi non temono le sfide, anzi, le cercano. Lucignolo è la somma e la sintesi dei loro talenti: pizza e cocktail. E non per semplice voglia di distinguersi o per una qualche forma di snobistica originalità. “Per prima cosa la nostra pizza è un prodotto gourmet che prevede uno studio e ricerca di ingredienti e abbinamenti che risultino in perfetto equilibrio -precisa Giacomo- Lo stesso equilibrio si deve ottenere con il drink che viene proposto”. Ne è un esempio il Gin Tonic al basilico, rivisitazione del famosissimo GinTonic, al quale Prisco ha conferito un gusto più rotondo,morbidoeprofumato inmododapoterlo rendere versatile anche con l’abbinamento alla pizza Sua Eccellenza, una Margherita con doppio pomodoro con aggiunta di mozzarella di Bufala campana e basilico fresco: “Un bilanciamento che coinvolge sapori, profumi, consistenze e coerenza territoriale. Il tutto senza dimenticare che evitare gli sprechi è un dovere verso la propria attività, ma anche verso la collettività, per cui da Lucignolo la sensibilità green è implicita”. SPIRITBARMAN L’apprendistato nel bar di famiglia, a Pompei, l’osservazione continua, il Mondiale dell’Iba. La storia di Giacomo Prisco sfida cliché e vecchie abitudini. E il cocktail accompagna la Margherita Manuela Caspani Pizza gourmet e spirits la ricetta di Lucignolo IL COCKTAIL Gin Tonic al basilico 5 cl di Distilled gin (Tanqueray N°Ten) 2 cl di simple syrup al basilico (Monin) Acqua tonica artigianale aromatizzata al mirto selvatico Si riempie il bicchiere di ghiaccio e si versano gli ingredienti iniziando con il gin, lo sciroppo di basilico, l’acqua tonica. Si mescola leggermente e si decora il cocktail con foglioline di basilico, buccia di limone e bacche di ginepro. Se piace, si può aggiungere anche una rondella di cetriolo.
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