N°143 Settembre Ottobre

94 Food&Beverage |settembre-ottobre 2022 Da secoli l’essere umano si chiede se ciò che percepisce sia illusione o realtà. Da questo interrogativo nasce la mostra Sensorama. Lo sguardo, le cose, gli inganni al Man Museo d’Arte Provincia di Nuoro aperta fino al 30 ottobre. A cura della direttrice artistica del Man Chiara Gatti e di Tiziana Cipelletti e con il contributo scientifico di Baingio Pinna del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari, Sensorama presenta artisti del passato e del presente che permettono di esplorare la relazione tra la visione e la percezione. Il titolo della mostra è stato scelto dalle due curatrici ed è tratto da quello della macchina ideata nel 1957 dal regista americano Morton Heilig che voleva creare sinestesie, ossia fondere insieme elementi che si riferiscono a sfere sensoriali diverse la cui combinazione costituisce poi l’essenza della percezione del reale. Come affermava il filosofo Immanuel Kant, la percezione della realtà passa attraverso i sensi e quindi è possibile conoscere il fenomeno, cioè ciò che appare, e non il noumeno, cioè la vera essenza delle cose. Coerentemente con il padre dell’Illuminismo tedesco, l’esposizione, fatta di “scatole magiche”, diverse stanze originali e particolari nell’allestimento e nel loro contenuto, attesta come l’illusione sia la nostra realtà, perché noi acquisiamo del mondo ciò che i nostri occhi, e i nostri sensi in genere, ci fanno vedere. A questa annosa questione della veridicità della conoscenza del mondo, cercano di rispondere i nuovi traguardi raggiunti dalle neuroscienze, ma il mistero non è ancora stato decifrato. La mostra ci invita a riflettere sulla verità o la falsità di ciò che si vede partendo dalle avanguardie storiche con maestri come Magritte e De Chirico, snodandosi in un percorso non solo di opere pittoriche, ma anche di sculture, fotografie, installazioni e cinematografia. Ne è un esempiomagistrale Interno metafisico con testa di cavallo di Giorgio De Chirico, del 1968, rappresentazione di un quadro nel quadro, cioè di un non reale che diventa una dimensione parallela che solo l’arte è capace di rendere più vera della realtà. In questo caso il soggetto principale è la testa di un cavallo in cui si rappresenta la fierezza di un animale simbolo di vitalità, potenza e libertà per il pittore metafisico. Creato sull’opposizione assenza/presenza e materia/ombra è lo scatto del 1937 di Florence Henri Portrait composition, nel quale traspare un linguaggio nuovo in cui si fondono Costruttivismo e Surrealismo, una doppia fotografia in un’unica composizione che rende enigmatica e affascinante una donna su una sedia in una terrazza e l’ombra della stessa sedia vuota. Intrigante Lost Unfound, foto d’epoca modificata nel 2016 da Kensuke Koike che per far vedere le diverse prospettive con cui si guarda la realtà e l’illusione del vedere rende gli occhi di una donna come due buchi neri attraversati da un’insolita asta di occhiale le cui lenti sono gli occhi stessi. Quando poi ci si imbatte negli scatti del cinese Liu Bolin si può constatare come l’esercizio della mimesi può essere spinto fino all’estremo, cioè fino al dileguamento della figura umana presente. È il caso della sua Piazza di Spagna, Roma, del 2018, in cui la figura vivente va ricercata con attenzione perché CULTURA&GUSTO Al Man di Sassari una mostra unisce artisti del passato e del presente per esplorare la relazione tra visione e percezione. Un invito a riflettere su ciò che vediamo in quadri, sculture e fotografie Irene Catarella Illusione e realtà nelle opere di Sensorama Sopra, “Lost Unfound”, foto d’epoca modificata da Kensuke Koike nel 2016: l’artista ha voluto mostrare le diverse prospettive con cui si guarda la realtà. A destra, “Interno metafisico con testa di cavallo” di Giorgio De Chirico dipinto nel 1968. Nell’altra pagina, “Spazio ad attivazione cinetica 6B” di Marina Apollonio, una delle massime esponenti dell’Op Art, e l’artista Liu Bolin mimetizzato nello scatto “Soft Drinks” del 2013

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