N°144 Novembre

56 Food&Beverage | novembre 2022 “Avere un glorioso passato alle spalle non deve rappresentare un vincolo, quanto un’opportunità. Il nostro immenso patrimonio storico deve servire a proiettarci verso il futuro, ecco perché abbiamo deciso di rendere più contemporanea la nostra veste pur mantenendo uguale il prodotto, anzi, migliorandolo sempre più. Un vino per rimanere uguale a se stesso, vale a dire in questo caso una delle più grandi selezioni del Chianti Classico, deve saper cambiare”. Così Sandro Sartor, presidente e Amministratore delegato di Ruffino, in un incontro a Villa Necchi Campiglio, a Milano, annuncia il nuovo corso intrapreso con il debutto ufficiale della rinnovata etichetta di uno dei vini più prestigiosi dell’azienda, il Chianti Classico Riserva Ducale Oro Gran Selezione, che rappresenta l’inizio di un più ampio percorso di innovazione. Le nuove etichette si inseriscono all’interno di un percorso di restyling che comprende anche il logo che doveva avere una nuova posizione: così è stato ripreso lo stemma, che era un po’ nascosto e ora è diventato l’eroe principale. “L’etichetta della Riserva Ducale Oro è stata rinnovata pur rimanendo fedele a se stessa, mantenendo in primo piano la scena che rievoca la visita a Pontassieve del Duca di Aosta nel 1890”, spiega Annarita Cicciarelli, direttrice marketing di Ruffino. La valorizzazione della Riserva Ducale Oro è, però, possibile solo se inserita all’interno di un approccio che consente di custodire l’ambiente nel quale questi vini nascono. “Per noi il concetto di sostenibilità si sviluppa lungo un percorso che rientra in un più ampio progetto di responsabilità sociale nato nel 2018 con il nome di Ruffino Cares. Essendo agricoltori il fattore ambientale è naturalmente molto importante e su questo ci sentiamo custodi del territorio che abbiamo a disposizione. Oggi, il 51% dei vigneti di Ruffino ha completato il percorso di conversione al biologico ed entro due anni arriveremo al 100% della superficie vitata. Ma non solo -aggiunge Sartor- Ruffino abbraccia tutti gli aspetti della sostenibilità, oltre a quello ambientale anche quello sociale ed etico che sono fondamentali per mettere in pratica una cultura aziendale realmente responsabile”. In occasione dell’incontro, è stata proposta una storica verticale di Riserva Ducale Oro, attraverso 5 decadi, dagli anni ’70 ai giorni nostri. La Riserva Ducale, nata nel 1927, ha successivamente visto la sua evoluzione Oro nel 1947, grazie a un’annata davvero straordinaria. La degustazione ha visto protagoniste sette annate -1977, 1982, 1988, 1996, 2000, 2014 e 2018- condotta dal wine writer Filippo Bartolotta affiancato da Gabriele Tacconi, enologo di Ruffino. Un viaggio che ha consentito non solo di testare la grande energia e integrità di vini in grado di sfidare il tempo, ma anche di immergersi nella storia di un’azienda che ha sempre portato avanti il desiderio di voler innovare stile e contenuti partendo da solide radici e da un’eredità più che centenaria. Le annate differiscono per il blend che ha protagonista il sangiovese, affiancato di volta in volta da differenti percentuali di canaiolo, malvasia, colorino, merlot e cabernet sauvignon: “I vitigni a bacca bianca danno freschezza e le vecchie annate sono in forma strepitosa”, commenta Bartolotta. Nel tempo anche le modalità di vinificazione e affinamento sono cambiate. Per le annate 1977 e 1982 è stata effettuata una fermentazione alcolica coadiuvata da rimontaggi e follature durata circa due settimane in tini di cemento vetrificati alla temperatura di 30-32°C seguita dalla macerazione post fermentativa sulle bucce per altri 7-15 giorni. Con le altre annate, 1988, 1996, 2000, 2014 e 2018, si è passati ai tini di acciaio inox con macerazione postfermentativa sulle bucce. L’affinamento della ’77 e dell’82 ha visto al termine della malolattica un primo periodo di maturazione di almeno 12 mesi in botti grandi di rovere di Slavonia da 80 ettolitri, a cui ha fatto seguito un ulteriore Ruffino si racconta con la Riserva Ducale Oro Sandro Sartor, presidente e Amministratore delegato di Ruffino, ha voluto rendere più contemporanea la veste del Chianti Classico Riserva Ducale Oro Gran Selezione. Un rinnovamento che si inserisce nel nuovo corso intrapreso dall’azienda Barbara Amati CHIANTI CLASSICO La storica Casa toscana ha avviato un percorso di innovazione e sostenibilità partendo dal restyling del Chianti Classico Riserva Ducale Oro. Rimarcato dalla degustazione di sette annate

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