64 Food&Beverage | novembre 2022 SPECIALE Gli spumanti metodo Classico sono ben posizionati nella ristorazione con una varietà di etichette molto ampia. Sempre di più le aziende producono vini di pregio grazie a selezioni accurate in vigna e in cantina e ad affinamenti molto lunghi. Ne sono un esempio gli spumanti Rotari, Trentodoc che esaltano le peculiarità del territorio trentino cità di beva con i distinguo a seconda che si scelga un Doc, un Docg o si salga nell’Olimpo a un cru Rive o a un Cartizze con complessità crescente -spiega Eros Teboni, curriculum lungo nonostante la giovane età, Sommelier Campione del Mondo al concorso Wsa Best Sommelier of the World nel 2018, e attualmente consulente e comunicatore del vino- Inoltre, la gradazione moderata, il prezzo, pur su diversi livelli, li rendono competitivi. Infine, hanno una buona attitudine a entrare nella miscelazione e sono utilizzati in vari drink”. Poi, però, tra i Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg ci sono, pochi, metodo Classico che sparigliano le carte. Nonostante l’attitudine dell’uva glera sia la spumantizzazione con il metodoMartinotti, alcune etichette rifermentate inbottiglia sorprendono. “Ci sono alcuni scettici rispetto al metodo Classico Conegliano Valdobbiadene da glera come rispetto ad altri spumanti da altri vitigni meno usuali per questa tecnica -spiega Benedetta De Prà- però se li proponiamo in abbinamento al piatto molte volte, con loro stessa sorpresa, i commensali li scoprono e li apprezzano. È il nostro saper fare che guida all’assaggio la clientela: ci piace anche provocare e incuriosire e alcune volte con i produttori che hanno il nostro stesso piacere di osare siamo particolarmente in sintonia. Azzardiamo abbinamenti e il cliente che ha dei dogmi viene spiazzato”. Conferma la “funzione di ponte” del Conegliano ValdobbiadenemetodoClassicoSimone Leandri, nella sua doppia veste di distributore di vini in Liguria e di uomo di sala allo Zupp, nel centro storico di Genova, ristorante partito proponendo esclusivamente zuppe su tavoli apparecchiati solo con il cucchiaio a cui ha aggiunto poi altri piatti tra sperimentazione e tradizione: “Nei locali sulla costa ligure i Prosecco ROTARI AlpeRegis Brut Trentodoc gentile al palato Pressatura soffice e fermentazione a bassa temperatura, una permanenza sui lieviti ben oltre i 36 mesi e l’eleganza dello Chardonnay trentino. Questi gli ingredienti che danno vita al nuovo Trentodoc di Rotari: AlpeRegis Brut, il cui nome evoca la figura regale di Rotari e un forte richiamo al territorio alpino. A completare il quadro, la scelta del millesimo di uve di un’unica annata: la 2016. Uno spumante Trentodoc millesimato che vuole esprimere con delicatezza le caratteristiche dell’andamento dell’annata di riferimento esaltandone le peculiarità. L’AlpeRegis Brut Trentodoc è quindi uno Chardonnay in purezza, ricco sul piano olfattivo con in evidenza richiami agrumati e di frutta gialla e di grande eleganza sotto il profilo gustativo, caratterizzata da ottimale acidità, cremosità del perlage e freschezza minerale. Un punto di forza è la sua versatilità: ottimo come aperitivo, si presta egregiamente nell’accompagnare primi piatti elaborati e secondi a base di pesce. AlpeRegis Brut Trentodoc è figlio anche della cultura del territorio trentino e della sua identità che la Cantina Rotari porta avanti fin dal 1977, anno di nascita del suo spumante Trentodoc, sposando i criteri della più avanzata sostenibilità con tecniche agronomiche all’avanguardia preservando la biodiversità e riducendo l’impatto ambientale.
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