67 Food&Beverage | novembre 2022 Se il ruolo di chi propone il vino al ristorante è importante, grande attenzione deve essere fatta anche al linguaggio che si utilizza. È bene usare termini comprensibili anche ai meno esperti. Nelle foto, la Sala dei Nebbioli di Vite Colte e i suoi vigneti in Alta Langa spesso si tengono degustazioni che sembrano gare. Gare a chi usa più aggettivi, a chi riconosce più fiori, più frutti, a chi fa le descrizioni più mirabolanti. E così alla fine le persone sono frustrate perché non individuano nemmeno la metà dei sentori evocati e si allontanano dal vino”. Sull’esasperazione nel racconto del vino dei tecnicismi, sull’uso di un vocabolario molto tecnico o, al contrario, così fantasioso da essere a tratti ridicolo, già diversi anni fa alcuni giornalisti di settore hanno puntato l’indice ritenendo questa modalità di comunicare non solo inadeguata, ma anche controproducente, comprendendo quanto questo rischiasse di allontanare chi al vino si avvicina, ma anche chi da appassionato gli è già vicino. Sono restati inascoltati. E neppure la felice caricatura del rituale dell’assaggio del vino di Antonio Albanese ha sortito effetti. VITE COLTE La complessità di Alta Langa Cinquecento Nato nel 2010 con l’obiettivo di creare vini di qualità a partire da vigneti selezionati e gestiti con cura, Vite Colte combina l’impegno personale del socio con il lavoro di un team di tecnici nella conduzione del vigneto. Una ricetta che raccoglie l’adesione di 180 viticoltori con oltre 300 ettari vitati nelle zone più vocate del Piemonte. Dopo alcuni anni di sperimentazione in vigna e in cantina dedicati ai progetti viticoli più importanti, con la vendemmia 2016 la Cantina di Barolo (Cn) ha iniziato la produzione del suo primo Alta Langa, una Denominazione relativamente recente che prevede un disciplinare più rigido rispetto a Champagne, Franciacorta e Trentodoc. Il metodo Classico Alta Langa è l’unica Denominazione che, oltre a prescrivere un affinamento minimo sui lieviti di 30 mesi, prevede una altitudine minima dei vigneti di 250 metri. Già con il primo millesimo, però, Vite Colte ha deciso che questa restrizione non era sufficiente per raggiungere i propri obiettivi di qualità e ha deciso di “alzare l’asticella”. Così, l’azienda ha iniziato a selezionare i terreni a una quota superiore ai 500 metri: nascono qui le uve che compongono Cinquecento Alta Langa Docg, un assemblaggio all’80% di pinot nero e al 20% di chardonnay. Dopo la raccolta manuale in cassette e la pressatura soffice, avviene la fermentazione del mosto a temperatura controllata. Il vino riposa e illimpidisce sui lieviti (separatamente) sino alla primavera successiva, quando si procede all’assemblaggio tra Pinot nero e Chardonnay e al tiraggio. Dopo un minimo di 30 mesi di affinamento in bottiglia a una temperatura di 15°C si procede alla messa in punta, al successivo dégorgement e al dosaggio (6 grammi/litro). Dopo un ulteriore riposo in bottiglia, il risultato è un Alta Langa Brut elegante e armonico, dal quadro aromatico ricco di sfumature, con una complessità che vuole descrivere ed evidenziare lo stile di produzione dell’azienda. Alta Langa Cinquecento ha colore giallo paglierino e un perlage fine e persistente; al naso, gli aromi spaziano dalla crosta di pane al lievito e alla frutta secca, con alcune note floreali; il sapore è pieno e ricco con una buona acidità e una sensazione di cremosità, data dalla spuma fine, che pulisce la bocca e conferisce una buona persistenza aromatica.
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