94 Food&Beverage | novembre 2022 Rubens a Genova è la grande mostra dedicata al celebre maestro fiammingo Pieter Paul Rubens, italianizzato Pietro Paolo Rubens, e al suo rapporto con la Repubblica marinara dalla quale rimase incantato. Rubens arrivò a Genova al seguito del Duca di Mantova, trovando un ambiente in cui esprimersi oltre gli schemi e i limiti della Controriforma e dove inaugurare un nuovo iter pittorico fondato su un vivace e incisivo realismo. Fino al 22 gennaio 2023 a Palazzo Ducale sarà possibile ammirare i capolavori dell’illustre esponente del Barocco, di cui dieci per la prima volta in Italia, ma anche innumerevoli opere di artisti che completano il racconto del contesto culturale e artistico di quella Genova in cui tra il 1600 e il 1607 Rubens soggiornò parecchie volte. La mostra è prodotta dal Comune di Genova, dalla Fondazione Palazzo Ducale per la Cultura, dalla Casa Editrice Electa, mentre sponsor unico è Rimorchiatori Riuniti, e la curatela è stata affidata alla docente Nils Büttner e alla independent scholar genovese Anna Orlando. Il percorso espositivo si snoda attraverso sedici sezioni e parte con una prima area dedicata ai Palazzi di Genova in cui sono presenti più di cento tavole del maestro raccolte nel libro omonimo Palazzi di Genova fatto stampare ad Anversa da Rubens a proprie spese nel 1622 e di cui quest’anno ricorre il quarto centenario della pubblicazione. Tra le opere rubensiane esposte per la prima volta in Italia, molto particolare l’Autoritratto del 1604-1605 proveniente da collezione privata. Si tratta di uno studio a olio che doveva essere inserito come una sorta di “firma” nella pala d’altare andata oggi dispersa, realizzata per la cappella maggiore nella Chiesa della Compagnia di Gesù durante il suo soggiorno mantovano alla corte dei Gonzaga. Lo straordinario realismo con cui Rubens si rappresenta con uno sguardo indagatore ed enigmatico, ma perfetto nei particolari dell’incarnato, della capigliatura, dei baffi, rende l’autoritratto quasi magnetico per lo spettatore. Altra novità per l’Italia è il San Sebastiano medicato dagli angeli datato intorno al 1615 e commissionato da Ambrogio Spinola, intimo amico di Rubens e importante condottiero militare pluridecorato dal Re di Spagna, ricordato dal Manzoni nei Promessi Sposi come Governatore di Milano. La scelta di San Sebastiano è mirata, perché il giovane martire combatte per la fede, così come lo Spinola si batte per difendere la patria; inoltre, lo stemma della famiglia nobiliare è una spina conficcata nella scacchiera con i colori bianco-rossi di Genova, così come anche nel dipinto sono fondamentali le frecce conficcate nelle carni del santo. Rubens riesce a rappresentare l’aitante ragazzo nelle sue forme perfette, elegante persino nella morte, mentre gli angeli, anch’essi umanamente corporei, con leggiadria cercano di liberarlo dagli strumenti del suo supplizio. È importante ricordare che CULTURA&GUSTO L’artista fiammingo soggiornò nel capoluogo ligure fra il 1600 e il 1607 e diede a sue spese alle stampe un volume sui Palazzi di Genova. Sono diverse le opere mai ospitate in una mostra in Italia Irene Catarella Il volto genovese di Pieter Paul Rubens L’ “Autoritratto” di Rubens è fra le opere che per la prima volta sono esposte nel nostro Paese. A destra, “San Sebastiano medicato dagli angeli”, commissionato dal condottiero Ambrogio Spinola ricordato dal Manzoni come Governatore di Milano. Nell’altra pagina, il “Ritratto di Violante Maria Spinola Serra”, una nobildonna il cui ritratto, considerato un capolavoro del Barocco, è il manifesto della mostra
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