N°146 Febbraio Marzo

15 Food&Beverage | febbraio-marzo 2023 L’ottimismo della Champagne che traccia la rotta per il futuro Le vendite di Champagne non danno segnali di stanchezza soprattutto all’estero, ma gli sguardi dei produttori vanno verso l’orizzonte. Il cambiamento climatico è una realtà e le bollicine devono adeguarsi studiando le contromisure, perché lo Champagne “rimanga un vino eccezionale”. Per questo sarà aperto un nuovo centro di ricerca, sviluppo e innovazione Francesco Torlaschi FRANCIA La filiera dello Champagne lancia un piano di investimenti per i prossimi 10 anni. Il piano del Comité Champagne definisce la strategia globale per affrontare le sfide e promuovere una viticoltura in equilibrio con l’ecosistema Prosegue la corsa dello Champagne. Le spedizioni totali nel 2022 ammontano infatti a 326 milioni di bottiglie, con un aumento dell’1,6% rispetto al 2021. Grazie a questi risultati il valore delle spedizioni supera per la prima volta sei miliardi di euro. A trainare la corsa è soprattutto l’export, visto che la Francia, con 138,4 milioni di bottiglie, registra un calo (-1,7%). Le esportazioni, invece, con 187,5 milioni di bottiglie, sono aumentate del 4,3% in un anno e confermano la loro importanza rispetto al mercato nazionale. Nel giro di dieci anni le vendite all’estero sono passate dal 45% a poco più del 57% di oggi. Maxime Toubart, presidente del Syndicat général des vignerons e co-presidente del Comité Champagne, è “soddisfatto di queste performance. Premiano i nostri sforzi per garantire che lo Champagne rimanga un vino eccezionale”. I risultati del 2022 confermano che lo Champagne, che si è rapidamente ripreso dallo shock della crisi sanitaria del 2020, continua a occupare un ruolo unico nelle preferenze dei consumatori e conferma la validità delle strategie intraprese negli anni dal Comité. A questo si aggiunge la vendemmia del 2022, soleggiata e considerevole in termini di quantità e qualità, che contribuirà a ricostituire le scorte. Con questi risultati, nonostante un contesto geopolitico ed economico mondiale che invita alla cautela sulle prospettive per il 2023, i produttori di Champagne rimangono fiduciosi. Il futuro delle bollicine è roseo, ma nessuno ha intenzione di dormire sugli allori. Il cambiamento climatico è un problema attuale. Con una visione strategica di lungo periodo il Comité Champagne ha presentato a Wine Paris & Vinexpo Paris il piano che definisce la strategia globale per affrontare le sfide del decennio a venire. Il budget annuale del Comité crescerà di 10 milioni di euro nei prossimi cinque anni con investimenti in R&D, sviluppo sostenibile della filiera e rafforzamento delle missioni fondamentali del Comité. L’obiettivo è garantire che lo Champagne sia sempre disponibile, desiderabile e un esempio per i consumatori. La filiera si doterà di un nuovo centro di ricerca, sviluppo e innovazione. Questo nuovo sito, che sarà operativo entro il 2025, aumenterà del 40% la superficie del laboratorio esistente e ospiterà attrezzature all’avanguardia: una cantina sperimentale più ampia, una nuova sala di degustazione due volte più grande dell’attuale e una nuova piattaforma sperimentale di un ettaro. “Non si tratta solo di rispondere all’evoluzione della domanda dei consumatori, ma di garantire la produttività e la continuità del vigneto della Champagne, di concepire e promuovere una viticoltura in equilibrio con l’ecosistema per produrre una quantità sufficiente di uve di qualità. È questa l’ambizione del piano per la filiera e il percorso che ci siamo prefissati”, afferma Maxime Toubart.

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