N°146 Febbraio Marzo

20 Food&Beverage | febbraio-marzo 2023 Sagrantino, vino moderno da un vitigno antico Barbara Amati Marco Caprai racconta l’annata 2019 che ha dato vini dalla trama avvolgente e vellutata e dalla grande intensità olfattiva. Frutto di passione e tecniche innovative che ne hanno decretato il successo Per il Sagrantino l’annata 2019 sembra essere la migliore di sempre, con un’ottima maturità polifenolica e una grande intensità olfattiva. Così, Marco Caprai, figlio di Arnaldo che fondò l’azienda alla fine degli anni ’70 a Montefalco (Pg), ha voluto offrire in assaggio alcuni vini di quest’annata raccontando il “suo” Sagrantino, perché è stato proprio lui a credere per primo nella ricchezza di questo vitigno reinterpretando un vino tradizionale e un po’ lasciato in disparte in chiave moderna, attraverso innovativi metodi di produzione e di gestione aziendale, e portando così agli occhi (e all’assaggio) del mondo un Sagrantino che meglio rappresenta e valorizza il territorio. Al suo fianco, il Consorzio Vini Montefalco che ha avviato una delle prime, e longeve, collaborazioni fra imprese e Università con il professor Leonardo Valenti e la Facoltà di Agraria di Milano. E, dal 2015, Marco Caprai si avvale anche dell’esperienza di Michel Rolland, uno dei più grandi enologi internazionali: “Questo ci è servito per avere un’attenzione in più ai dettagli. Perché la grande enologia che vuole essere competitiva, dovrà essere sempre più attenta ai particolari, alla capacità di produrre vini buoni che facciano appassionare”. Tutto questo seguendo l’evoluzione tecnologica “che cambierà inmaniera straordinaria la viticoltura. Sono sempre stato un fan della tecnologia che aiuta a vivere meglio e a produrre meglio e a ottenere vini più buoni, sani e competitivi”. “La 2019 è stata un’annata tardiva come se ne sono viste poche in questo secolo e c’è voluto tempo per arrivare a una perfetta maturazione delle uve”, racconta il produttore. Nasce così il Montefalco Sagrantino Docg Collepiano 2019, rosso rubino con unghia granata, trama compatta, avvolgente e vellutata; luminoso e vivo, fruttato e floreale, ha sentori di ciliegia sotto spirito, violetta e ciclamino; le note balsamiche si evolvono in spezie orientali, chiodi di garofano, sandalo e rabarbaro; in bocca svela una vibrante freschezza sorretta da tannini setosi. Questo vino ha accompagnatomirabilmente il Carciofo Cacio e Ova, French toast al tartufo nero pregiato dello chef Roberto Di Pinto del ristorante Sine di Milano che ha ospitato la presentazione. Il Montefalco Sagrantino Docg Valdimaggio 2019 è compatto e luminoso, con profumi balsamici, floreali e fruttati; note mentolate di erbe officinali spaziano tra il cardamomo, la passiflora, l’artemisia, la liquirizia, e tornano su echi di legno e vaniglia, arancia rossa, melograno e fragola; avvolgente al palato, ha una verticale freschezza sostenuta da tannini gentili. Perfetto con il Fusillone con genovese di faraona e Blu di capra. Con il Filetto alla Ros/Sine, salsa di amarene e puntarelle, è stato proposto il Montefalco Sagrantino Docg 25 Anni 2019, un vino prodotto per la prima volta nell’annata 1993 per celebrare il 25° anniversario dell’azienda: dalla trama luminosa, profonda e vellutata, al naso è ampio, con sentori fruttati, floreali e minerali; apre con note di prugna, amarena, visciola, che si associano a sensazioni più ombrose di china, liquirizia, cacao e accenni ematici; al sorso, la vivace freschezza equilibra una trama tannica muscolare, prima di una chiusura di indimenticabile persistenza. Montefalco Sagrantino Docg Valdimaggio e Montefalco Sagrantino Docg Collepiano, due dei vini di punta dell’Arnaldo Caprai, entrambi dell’annata 2019 reputata tra le migliori di sempre. In alto, Marco Caprai, artefice del cambio di passo dell’azienda vitivinicola di famiglia che si avvale anche della consulenza di un enologo di fama internazionale come Michel Rolland UMBRIA

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