N°146 Febbraio Marzo

52 Food&Beverage | febbraio-marzo 2023 De coccio, alla romana, sono le stoviglie in cui vengono proposte le pietanze del ristorante. Questo tipo di cucina si declina in una serie di piatti tipici serviti nelle terrecotte. Si passa dai Broccoletti e salsiccia, dal Baccalà in umido alle Polpettine di bollito, passando per un classico della cucina capitolina come i Carciofi alla romana. Il locale, in via Frezza, nel rione Campo Marzio, è informale, dall’atmosfera famigliare e accogliente Rossella Cerulli APERTURE Frezza Cucina de Coccio inno alla romanità Il locale dell’attore Claudio Amendola con lo chef Davide Cianetti propone i piatti classici della cucina capitolina serviti nelle terrecotte. E con pizze romanissime e impasti sottili a prezzi accessibili Sul reel di Instagram, spadellando serafico, Claudio Amendola non ha dubbi: “Come se dice quando ‘na cosa va bene? A Roma se dice che va burro e alici”. E via a impiattare lo spaghettone. È proprio così: Frezza Cucina de Coccio, il nuovo locale dell’attore romano, va talmente bene che è impossibile trovare un tavolo, se non prenotando settimane prima. Inaugurato lo scorso novembre, DWWHVLVVLPR QHZ RSHQLQJ GHOOD &DSLWDOH LO ULVWRUDQWH non sta deludendo le attese. Confermando come in questa zona del centro, nella foresta di (spesso) discutibili proposte turistiche, un ristorante di (buona) cucina romana mancava proprio. Il nome? Una locuzione calembour topografico-gergale. Perché Frezza è la via del rione Campo Marzio sulla quale si affaccia il locale (e dove con la bella stagione fiorirà il dehor), mentre de coccio indica le stoviglie in cui vengono servite le pietanze. Ma anche l’indole a volte testarda, ma verace, degli abitanti dell’Urbe. E proprio alla più sincera tradizione capitolina l’ex oste dei Cesaroni ha voluto dedicare il suo secondo locale (è già socio dell’Osteria del Parco a Valmontone, a 35 chilometri da Roma) e realizzare così una cucina a sua immagine e somiglianza. “Volevo tornare a Roma per creare un luogo in cui mangiare, chiacchierare, condividere emozioni, togliere la maschera e giocà a scopetta -racconta Amendola- Mi rendo conto che con l’età, invece di diventare burbero, sono più accogliente. Mi fa piacere vedere lo stupore della gente quando sono io ad aprire la porta. Sono fatto così, le persone mi piacciono… E poi per me la cucina significa tanto: mi piace mangiare e quindi anche offrire”. A favorire la nascita di Frezza il colpo di fulmine con Davide Cianetti, patron del delizioso Numa al Circo (Massimo), chef di consolidata esperienza, PD LQFUHGLELOPHQWH ORZ SURILOH DO TXDOH OȇDWWRUH ha affidato l’ideazione del menu. Il risultato? Piatti semplici, gustosi ma soprattutto “de core”. Ecco quindi esplodere dalla carta le bombe salate, farcite con coda alla vaccinara o trippa mentuccia e pecorino, grandi supplì “belli scrocchiarelli, con il ragù e le rigaglie de pollo, che in pochi dentro mo’ le usano”, bruschette croccanti cicoria e guanciale e altre amenità di sfizi e fritti. Seguiti a ruota dalla classica trimurti di primi cacio e pepe, carbonara e amatriciana (solo rigatoni per quest’ultima, i preferiti dall’attore) più l’outsider di linguine alla puttanesca. La cucina di coccio vera e propria si declina in una liturgia di secondi tipici, serviti nelle terrecotte. E anche qui, dal pollo alla cacciatora ai broccoletti e salsiccia, dal baccalà in umido alle polpettine di bollito, passando per un vero must come i carciofi alla romana, i sapori sono quelli di casa, riproposti con attenzione dall’attore. Il tutto in un ambiente allegro e accogliente (nei locali che furono della pizzeria Verace Sudd), tra candide sedie di legno, tavolini di marmo, pavimento

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