N°146 Febbraio Marzo

70 Food&Beverage | febbraio-marzo 2023 mercato non sono solo negativi e preannunciano nuove opportunità di crescita -ha detto Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor- Osservando i cambiamenti registrati dal 2021 al 2022 nelle importazioni a valore vediamo pochi mercati in calo, in primis la Cina, che ha registrato una diminuzione degli acquisti, poi l’Ucraina, per i motivi tristemente noti, e la Germania, che si mantiene comunque su livelli alti. Se tuttavia ci spostiamo sui volumi, il numero dei Paesi in flessione si espande. Nel 2022, soprattutto negli acquisti internazionali, si è registrato un aumento del valore del vino importato a fronte di una diminuzione del volume. I motivi sono diversi: l’inflazione, il cambio euro/dollaro, ma soprattutto OR VZLWFK WUD FDQDOL IUD RII WUDGH H RQ WUDGH SRLFK« si sono ridotti i consumi domestici, mentre sono aumentati quelli fuori casa. E questo ha portato a un acquisto di vini dal prezzo medio più elevato”. Le stime di Wine Monitor hanno quantificato in 8 miliardi di euro il valore delle esportazioni del nostro vino nel 2022, con una progressione rispetto all’anno precedente del 12%. Anche la Francia è cresciuta, arrivando a 12,5miliardi di euro, mentre la Spagna (terzo esportatore mondiale), pur con un aumento di circa il 6% ha raggiunto solo 3 miliardi di euro. “Quello che non riusciamo a ridurre con la Francia, però, è il gap di prezzo -ha sottolineato Pantini- Il differenziale tra il posizionamento dei vini italiani e quelli francesi resta elevato: nel 2022 il nostro prezzo medio all’export dei vini fermi imbottigliati è risultato inferiore del 40%, il medesimo gap esistente già dieci anni fa e non ancora colmato”. Venendo al mercato italiano, secondo i dati NielsenIQ, nel 2022 la flessione delle vendite nella Anche l’Italia è colpita dal problema della sovrapproduzione. Dopo anni in cui si esaltava l’aumento delle quantità di uve prodotte, ora si cambia direzione e si inizia a parlare di razionalizzazione. Altra questione importante riguarda la polarizzazione della produzione e dell’export concentrati nel Nord Italia e nel Centro. Sopra, la cantina Rotari del Gruppo Mezzacorona, in Trentino SPECIALI ROTARI Rotari AlpeRegis Brut Trentodoc è un metodo Classico millesimato che evoca la figura regale di Rotari con un forte richiamo al territorio alpino. Eleganza e versatilità si incontrano in un calice di AlpeRegis Brut che fa del tocco tradizionale di pulizia e armonia della spumantistica trentina la sua punta di diamante. È ottenuto da uve Chardonnay in purezza coltivate nei vigneti di montagna a nord di Trento sottoposte a pressatura soffice e a una fermentazione a bassa temperatura con lieviti selezionati che permettono agli aromi delle uve di esprimersi al meglio e di amalgamarsi con quelli prodotti dai lieviti. In primavera viene elaborata la cuvée AlpeRegis Brut, assemblando i vini base che meglio esprimono le caratteristiche dello chardonnay. La presa di spuma a bassa temperatura e l’affinamento sui lieviti, minimo di 36 mesi, conducono AlpeRegis Brut Millesimato 2017 all’equilibrio aromatico e gustativo ideale per la sboccatura. Il dosaggio del liquore della casa permette di esaltare mineralità e fragranza aromatica rendendolo gentile al palato. Nasce così uno spumante dal colore giallo paglierino con fini aromi di frutta gialla matura con note agrumate, integrati con sentori di crosta di pane e frutta secca. Con il suo perlage cremoso offre equilibrio tra struttura, acidità e freschezza minerale. Freschezza aromatica per AlpeRegis Millesimato

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