N°146 Febbraio Marzo

90 Food&Beverage | febbraio-marzo 2023 Pronunciatelo come volete: “alla francese”, come se fosse inglese, o una sigla in italiano. Entri, En tre, Entrée…per Gianfranco Sacco, storico imprenditore monzese, non ha importanza. Del resto, la scelta di nomi particolari per i suoi locali è un tratto distintivo da anni, un gioco che contribuisce a risvegliare curiosità, interesse e, proprio per la possibilità in qualche modo di personalizzarli, una sorta di fidelizzazione. Il nome diventa un po’ tuo e così il posto, un luogo dove tornare, di cui non si può più fare a meno. Il locale preferito insomma. Nel caso di En3 poi, anglofili o campanilisti, la radice riporta comunque al concetto di accoglienza: entrate signori, entrate. E iniziate. Che sia un viaggio attraverso i signature drink del barman Alessandro Resnati o l’esperienza della cucina di Simone Di Nardo, una volta dentro non vorrete più uscire. Una scommessa vinta non certamente facile da affrontare, anche per un profondo conoscitore del territorio e della materia come Sacco che a Monza ha fatto la differenza con i suoi locali dal 1994 a oggi. Il primo dato interessante riguarda l’edificio, ma anche la posizione: una costruzione industriale, ex stamperia abbandonata da tempo. Grande, addirittura imponente, con la singolarità di trovarsi in centro, a pochi passi dall’isola pedonale, il cuore storico della città. Un loft su due piani con giardino/cortile interno come si è abituati a trovare più facilmente in zone periferiche e dove gli ampi spazi indurrebbero alla facile soluzione di catene o franchising o comunque a un’offerta beverage e food veloce e “di massa”. “Io amo i locali, sono la mia passione. Così come altri amano le auto o le moto -sorride Gianfranco Sacco, ripercorrendo una serie di aperture, sempre diverse una dall’altra, con l’intento di dar vita a un luogo di incontro ogni volta nuovo- Non ho voluto stravolgere lo stile industry della struttura, ma nello stesso tempo ho mirato a renderla inaspettata e originale”. A dare forma alla sua visione ci ha pensato Cristina Raimondi, architetto di fiducia che, come sottolinea Gianfranco, ne conosce e capisce profondamente l’anima. Non si è trattato semplicemente di scegliere arredi, ma in alcuni casi di progettarli appositamente per En3. Così è per le lampade che illuminano il piano inferiore e per quella identificativa sul bancone al piano terra. Del resto la ristrutturazione è stata un lavoro attento e lungo, durato un anno emezzo per arrivare all’apertura nell’agosto del 2018. Il risultato finale non ha niente di standardizzato né di così modaiolo da dare la sensazione di “già visto”. Basta pensare alle poltroncine e alle travi colorate del piano sotterraneo, per non parlare della filosofia food pairing che, come ricorda il titolare, non è stata così facile da far accettare ai monzesi. “La cosa importante, però, è crederci ed essere un motivatore convinto, sia per lo staff che per la clientela. Io credo molto nell’importanza della persona dietro al locale. Il clima, l’atmosfera, è fondamentale per aver voglia di tornare. E il clima di un luogo è fatto dalle persone”. Per questo Gianfranco Sacco c’è, il più possibile. Piuttosto non dorme, ma considera la sua presenza in sala fondamentale. È così che Manuela Caspani LOCALI AMonza il food pairing si traduce con En3 Gianfranco Sacco, come da tradizione, sceglie un altro nome bizzarro per il suo locale dove per l’aperitivo, accanto ai taglieri, ci sono i piatti gourmet di Simone Nardo da abbinare ai drink di Alessandro Resnati Grande appassionato di locali, Sacco ha cercato nell’En3, aperto nel 2018 dopo un anno e mezzo di ristrutturazione, di accompagnare una proposta di ritrovo non standardizzato a un’atmosfera accogliente che vede coinvolto anche lo staff. Il clima di un luogo è fatto dalle persone, per questo il proprietario è sempre presente

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