N°147 Aprile Maggio

27 Food&Beverage | aprile-maggio 2023 Hygge, accogliente bistrot dall’anima nordeuropea Barbara Amati MILANO Un locale dal comfort danese, semplice ma studiato in ogni dettaglio, che ora, dopo la colazione, il pranzo e il brunch, si apre alla cena con piatti dalle suggestioni orientali e nordiche Hygge (pronunciato hugge) è un sostantivo della lingua danese e norvegese che definisce un sentimento, un’atmosfera, una situazione legata al senso di comodità, accoglienza e benessere, che si traduce nel godere di cose semplici, che fanno stare bene. È ciò che si trova da Hygge, bistrot dall’anima nordeuropea, un open space con grandi vetrate affacciate su una piccola strada del centro storico di Milano, via Sapeto. 80 metri quadrati con bancone bar, 10 tavoli per 30 coperti e un angolo salotto, dove arredi semplici ma studiati, in legno e ferro, luce soffusa, e tante piante consentono di sentirsi un po’ a casa e di godere di una cucina di stampo nordico che oggi, dopo la colazione, il pranzo e il brunch del week end, offre anche la cena, dal mercoledì al venerdì, con un nuovo menu ideato dallo chef Nicola Cingolani. Aperto nel 2017 da due fratelli pugliesi, Matteo e Donato Salcito con alle spalle esperienze in ristoranti nordeuropei, fino a oggi l’orario era dal mattino alle 16 del pomeriggio, come d’abitudine dei locali dei Paesi nordici. “Abbiamo voluto aprire anche alla sera per dare un’opportunità alla nostra clientela di trascorrere con noi anche la serata con piatti diversi -spiega Donato Salcito- Abbiamo clienti giovani: all’ora di pranzo attiriamo persone che lavorano in zona e universitari, tra cui molte donne, per il brunch del week end coppie e famiglie. La colazione è soprattutto salata, e piace molto”. Alla sera la carta si compone di quattro bites per stuzzicare l’appetito, sei portate principali, quattro contorni e due dolci: un percorso che vede il vegetale tra i protagonisti. “Il mio obiettivo è creare un filo conduttore tra le diverse culture gastronomiche per realizzare ricette che siano tradizionali nel gusto, ma indipendenti dalla cucina di riferimento -spiega lo chef Cingolani che per un anno ha lavorato con lo chef Yoji Tokuyoshi nell’omonimo ristorante di Milano- È un concetto che richiama la cucina kaiseki, il cui scopo è mettere il cibo in armonia con le persone, in modo che l’esperienza sia il più piacevole possibile, attraverso l’utilizzo e il rispetto della materia prima di stagione utilizzata al culmine della sua freschezza, con un occhio di riguardo all’estetica: cerchiamo di ricreare una nuova tradizione”. Una proposta che gioca con i contrasti amaro-dolce, acidità-grasso, con echi di affumicatura, brace e rotondità con suggestioni orientali e nordiche e reinterpretando vecchie ricette, ingredienti “poveri” o dimenticati, legati a culture e territori specifici, non necessariamente italiani, dando nuove sfumature. Tra i piatti, Socarrat di pasta e patate, Zuppa di fagioli, uovo marinato, scalogno stufato e katsuobushi, Involtino di razza, alga nori e rucola, Sovracoscia di pollo alla brace con ciliegie fermentate, taggiasche e rosmarino. I dolci sono curati dalla pastry chef Silvia Radaelli che ama inserire sapori salati e insoliti nei dessert, come pure ortaggi e verdure: deliziosa la Mousse di capra con rapa marinata, polline e noci. Accompagnano i piatti i vini naturali e biologici e cinque cocktail analcolici (mocktails) realizzati in casa: bevande a base di frutta e spezie riconducibili ai piatti del menu: dolce, acido, umami (hyggemilano@gmail). Hygge nasce all’insegna dello stare bene e delle cose semplici. Mutuando una parola danese unisce questa atmosfera ai suoi piatti che, come spiega lo chef Nicola Cingolani, ricorda la cucina kaiseki, il cui scopo è mettere il cibo in armonia con le persone, in modo che l’esperienza sia il più piacevole possibile, attraverso l’utilizzo e il rispetto della materia prima di stagione

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