N°147 Aprile Maggio

34 Food&Beverage | aprile-maggio 2023 EXPORT I prezzi accelerano il record del vino L’Italia del vino chiude l’export 2022 con un nuovo record commerciale: 7,9 miliardi di euro (+9,8%) a fronte di volumi piatti (22 milioni di ettolitri, -0,6%). Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv, Ismea e Vinitaly, che ha elaborato i dati rilasciati da Istat sui 12 mesi dello scorso anno, il mercato ha retto anche alle inevitabili variazioni dei listini, ma l’escalation dei costi di produzione ha abbondantemente eroso i margini della filiera, in particolare per i prodotti entry-level e popular (fino a 6 euro al litro). Il risultato finale vede però un attivo di oltre 7,3 miliardi di euro. Il record è dovuto a un doping dei prezzi che potrebbero limitare i risultati del 2023. Infatti l’ultimo trimestre è stato in forte rallentamento, con chiusura nei valori a +5% contro +19% di marzo, +11% di giugno e +12% di settembre, mentre i volumi si mantengono in scia negativa (a -3% medio da giugno, con il solo primo trimestre positivo). Tra i competitor, la Francia si conferma leader mondiale con 12,3 miliardi di euro (+11% valore e -5% volume), mentre l’Italia mantiene la posizione di primo fornitore a livello quantitativo e secondo in valore davanti alla Spagna (2,98 miliardi di euro, che chiude a +3,5% nei valori e -9% nei volumi). Tutti i principali mercati aumentano il loro valore a partire dagli Stati Uniti (+10%) primo mercato export italiano con una quota del 23%. Seguono Germania (15% lo share), che sale del 5% a 1,2 miliardi di euro, Regno Unito (+10%) e Canada. Ancora in caduta la domanda cinese, -28% per i vini in bottiglia. Tra le tipologie continua il forte traino degli spumanti a +19% in valore (Prosecco a +22%), mentre faticano i vini fermi (-3% volume), con i rossi in sofferenza che chiudono a -4% volume e +4% valore, contro il +12% dei bianchi. Fra le regioni, con oltre 2,8 miliardi di euro di fatturato all’estero e una performance superiore alla media italiana (+13,4%) il Veneto rafforza la leadership con una quota pari al 36% sul totale nazionale. Si confermano anche il secondo e terzo posto, con il Piemonte (+4,6%, a 1,28 miliardi di euro), tallonato dalla Toscana (+10,4%, 1,25 miliardi di euro). BUSINESSNEWS BILANCI Bene le vendite di Marr alla ristorazione L’inflazione penalizza i margini di Marr, società leader in Italia nella distribuzione specializzata di prodotti alimentari alla ristorazione extra domestica controllata da Cremonini SpA, che chiude però il 2022 con ricavi totali consolidati a 1.930,5 milioni di euro, in crescita del 32,6% rispetto ai 1.456,3 milioni del 2021. L’Ebitda è di 82,1 milioni di euro (90,5 milioni nel 2021) e l’Ebit si ferma a 46,2 milioni contro i 57,6 del 2021). Il risultato netto consolidato è di 26,6 milioni (35,1 milioni nel 2021) e la posizione finanziaria netta arriva a 217,6 milioni rispetto ai 138,3 milioni precedenti. I ricavi per vendite si attestano a 1.896,6 milioni e si confrontano con i 1.432,6 milioni del 2021 (+32,4%) e i 1.666,7 milioni del 2019. Le vendite ai clienti della ristorazione sono pari a 1.679,2 milioni (+43,4%). L’andamento delle vendite ai ristoranti nei primi due mesi del 2023 è coerente con gli obiettivi di crescita per l’anno, confermando il graduale recupero della marginalità. RISULTATI Masi, conti in utile ma Renzo Rosso se ne va Masi Agricola ha chiuso un 2022 con ricavi consolidati per 74,7 milioni di euro (+12,6%), un Mol di 13,2 milioni (12,9 milioni l’esercizio precedente) e un utile netto di 4,5 milioni. L’indebitamento finanziario netto è di 7,7 milioni contro i 2,7 del 2021. L’azienda perde però l’apporto di Renzo Rosso, proprietario di Diesel, che ha rassegnato le dimissioni dal consiglio di amministrazione della cantina della Valpolicella. Rosso, che detiene il 10% di Msi tramite Red Circle Investments, ha motivato le dimissioni con “una perdita di interesse nel rivestire la carica non essendo riuscito ad apportare un contributo professionale e innovativo ai processi” e lamentando che il governo societario di Masi non è “in linea con gli standard di riferimento di società con azioni negoziate sui mercati di capitali”. Molto probabilmente cederà la sua quota. Secondo Masi a Renzo Rosso “non è mai stata negata l’opportunità di esprimere le proprie valutazioni nell’ambito del dibattito consiliare, anche con riferimento al governo societario”. Nella foto, il presidente di Masi Sandro Boscaini, a destra, con Federico Girotto, Amministratore delegato.

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