N°147 Aprile Maggio

54 Food&Beverage | aprile-maggio 2023 Lena di Mezzo è l’azienda di famiglia a Fumane, nella Valpolicella Classica. Nasce qui l’Amarone Classico Docg Lena di Mezzo, in degustazione dall’annata 2007 alla 2018. Un vino profondo e potente, dall’ampia complessità olfattiva e dall’alcolicità importante, di grande eleganza e molto territoriale tuoso e più espressivo: “Dobbiamo essere il tramite di un territorio, senza educarlo o dargli uno stile”, spiega Marica. Il 2014, un’annata difficile, è la vendemmia del coraggio per avere aspettato l’uva maturata a settembre, ma il vino è polposo e morbido; il 2016 è pieno e goloso, dai contrasti brillanti; il 2017, malgrado le criticità climatiche, è di buona strutta con un’ottima intensità olfattiva. Gli ultimi tre vini rappresentano un ulteriore passo avanti: “Sempre più cemento, sempre più purezza per valorizzare la vigna”. Il 2018 ha note di erbe e agrumi impreziosite da sfumature minerali; in bocca è potente, succoso, con contrasti creati dal gioco tra erbe e agrumi e una ricchezza floreale. Il 2019 svela freschezza e sapidità con un ampio patrimonio olfattivo (limone e agrumi assortiti, frutta bianca e gialla, erbe e limonella), ha un palato pieno, maturo, equilibrato. Il 2020 presenta una intensità di sentori agrumati ed erbacei, con buona sapidità, complessità e persistenza. Il tempo è dalla sua parte. “L’Amarone della Valpolicella Classico Tenuta Lena di Mezzo è al centro di un progetto in cui ci siamo messi doppiamente in gioco ed è entrato in campo Claudio Introini -spiega Marica- Un gioco di squadra, conoscenza, coinvolgimenti di nozioni e passioni ed è nato un percorso molto territoriale per cercare sempre di più di trasferire nel vino l’essenza dell’eleganza, la setosità e la complessità. Nella 2018 il territorio è diventato ancora più determinante, ancora più purista. La 2018 ha 3,9 grammi di residuo zuccherino, quindi per molti non è un Amarone, ma un super Amarone, perché esprime l’essenza di una Denominazione attraverso la sua eccellenza con un carattere che non ha paura di mostrarsi per quello che è”. L’Amarone Lena di Mezzo nasce da uve corvina veronese, corvinone e rondinella nei 18 ettari vitati, acquistati nel 2006, nella parte alta della Valle di Fumane, tra i 300 e i 500 metri di quota su terreni tufacei, argillosi e calcarei. L’appassimento delle uve si prolunga per quattro mesi, poi il vino matura per due anni in botti di rovere da 20 e 30 ettolitri e affina almeno sei mesi in bottiglia. Ha colore rosso rubino carico con note granata, al naso è intenso, con sentori di ciliegie sotto spirito, prugne, liquirizia, cuoio, tabacco, cacao e spezie, in particolare pepe nero; con gli anni emergono note di caffè; in bocca è asciutto, avvolgente, corposo, armonico e persistente. Le annate in degustazione sono 2007, 2008, 2009, 2011, 2013, 2015, 2016, 2017, 2018. Il 2007 si rivela come uno dei migliori dell’intera verticale: sentori di erbe, china, inchiostro, ricco e polposo al palato; un vino elegante, consistente, caldo, avvolgente e molto equilibrato. Il 2008 ha un’alcolicità pronunciata, buona struttura e avvolgenza. Il 2009 è complesso, variegato, potente, ma mai scontroso. Il 2011 al naso esprime notevole profondità, al palato è denso e succoso; raffinato, armonico e intrigante. Il 2013 ha una bella spinta alcolica, in bocca è morbido, esuberante e sapido. Il 2015 ha un’impronta di legno dolce, grande complessità olfattiva con note speziate avvolgenti e dolci su una struttura potente. Il 2016 ha un ampio ventaglio di sentori di frutta rossa che si riflettono in un palato sottile e raffinato compenetrato dalle spezie di un legno ben integrato; elegante, espressivo e longevo. Il 2017 è avvolgente, dominato dalla frutta rossa matura; in bocca si avvertono potenza e alcolicità, ma un minor allungo. Il 2018, dal colore rubino intenso, è ancora giovane, dal frutto scalpitante, dall’alcolicità importante e tannini nitidi. “L’importante è rispettare il vigneto e i suoi tempi e cerchiamo di trasferire nel vino sempre di più la sostanza del vigneto che è la nostra università”, aggiunge Marica. E ora in azienda partono i lavori green con pannelli fotovoltaici, depuratori per riciclare l’acqua, spazi che aumenteranno l’area per l’affinamento dei vini e una cantina per le microfermentazioni. “Perché potremo vinificare anche un solo filare e imparare ancora di più dal territorio. Sempre con lo stile di Monte del Frà: è questo l’atto d’amore della terza generazione. Siamo romantici, fiduciosi, ottimisti e, soprattutto, un po’ pazzi”.

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