N°147 Aprile Maggio

94 Food&Beverage | aprile-maggio 2023 Fino al 4 giugno Padova sarà l’unica tappa italiana del tour mondiale della mostra Frida Kahlo e Diego Rivera che espone alcune opere dei due grandi artisti messicani riconosciuti come eccezionali maestri di pittura. Organizzata al Centro Culturale Altinate San Gaetano dalla Vergel Foundation, MondoMostre e Skira, in collaborazione con l’Instituto Nacional de Bellas Artes y Literatura e con la curatela di Daniela Ferretti, l’esposizione vanta ben 23 opere di Frida e 9 di Rivera, ma anche scatti di importanti fotografi, come quello del 1939 per Vogue di Nickolas Muray, attirati dalla carismatica coppia e dai coloratissimi abiti messicani i cui colori si ritrovano nelle loro creazioni. La storia d’amore tra Diego e Frida ha affascinato i loro contemporanei e continua a farlo nel turbinio di tradimenti e passioni che alla fine hanno dimostrato come non potessero fare a meno l’uno dell’altra. La tenacia di Frida, che non si è data mai per vinta né di fronte alla poliomielite che l’ha colpita da bambina, né davanti al terribile incidente che ha subito da giovane e che l’ha compromessa per il resto della vita impedendole di diventare madre, lascia ancora senza fiato e trapela dalle sue tele, espressione di un’arte che il surrealista André Breton ha definito “una bomba con un nastro intorno”. È così che ci si trova di fronte al quadro Diego on my mind (Diego nella mia mente), del 1943, che dimostra come Frida amasse indossare i costumi messicani simbolo di femminilità e di libertà, amati anche dal marito. In questa tela lei veste il Tehuana, il preferito di Diego, comune alle donne indie e contadine molto legate alla terra, portato dalle cittadine come segno di emancipazione dagli stereotipi borghesi, emblema di forza e coraggio, di bellezza e sensualità delle donne di Tehuantepec. Realizzato durante il divorzio da Rivera che poi risposò, definito, infatti, nel suo diario Il ritratto in assenza di una sola persona, l’autoritratto mostra il marito dipinto sul suo viso al posto del “terzo occhio”, che rappresenta lo sguardo della saggezza dell’anima, dimostrando come Frida fosse totalmente presa da Diego, tanto da averlo sempre al centro dei suoi pensieri, che qui diventano filamenti bianchi e neri che si dipartono dal capo. Se questi fili da un lato dimostrano come Diego sia stato il dominatore del suo essere, dall’altro prendono spunto da studi sulla mitologia indiana compiuti dall’artista per dimostrare, come aveva fatto Paravati per ottenere l’amore di Shiva, la sua capacità di ascetismo e meditazione che la porterà con pazienza ad aspettare che gli dei la ricompensino restituendole l’amore dell’uomo che desidera. Nulla è lasciato al caso nei quadri di Frida, neanche i fiori rappresentati qui con un motivo ben preciso: la bougainvillea, pianta molto diffusa in Messico, e la margherita con cui gli innamorati fanno il classico gioco del “m’ama, non m’ama”. A chi chiedeva a Frida perché si ritraesse costantemente, lei rispondeva: “Sono il soggetto che conosco meglio”. Non si troverà un autoritratto in cui non guardi dritto il suo interlocutore tanto da farlo CULTURA&GUSTO A Padova in mostra le opere dei due artisti messicani accanto agli scatti di alcuni fotografi. Gli autoritratti di lei con i colorati costumi e la passione di lui che evidenzia raffinatezza e determinazione Irene Catarella Diego e Frida connubio di arte e passione Qui sopra, “Diego on My Mind”, Frida Kahlo (autoritratto in Tehuana), 1943. Olio su tela, 76 x 61 cm. © Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust Mexico, D.F. / By Siae 2023. A destra, “Frida Kahlo on Bench #5”, Nickolas Muray, 1939. Carbon print, 45.5 x 36 cm. © Nickolas Muray Photo Archive. Per entrambe le opere, The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and the Vergel Foundation

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