N°147 Aprile Maggio

96 Food&Beverage | aprile-maggio 2023 Per la prima volta al mondo sono stati ottenuti in Italia cloni di chardonnay resistenti alle due più temibili malattie della vite -peronospora e oidio- applicando le Tecniche di evoluzione assistita (Tea). È uno dei risultati conseguiti dal progetto Biotech guidato dal Crea e finanziato dal ministero dell’Agricoltura. Un primato del team di ricerca guidato da Riccardo Velasco, direttore del Crea-Viticoltura Enologia, che arriva mentre il quadro normativo è in discussione e non è permesso fare sperimentazione in campo delle piante “in vitro” per verificare la loro perfetta identità varietale e le caratteristiche che le rendono sostenibili. Sulla bocca di tutti, usata a ragione o a sproposito, la sostenibilità tanto invocata è trasversale a tutte le attività e riguarda non solo l’ambito ambientale, ma anche quelli economico ed etico-sociale per tutti i settori, anche quello agricolo a cui è dedicata la strategia Farm to Fork dell’Unione Europea, che prevede la riduzione degli input chimici del 50% entro il 2030. Poco noto e da molti criticato a prescindere -senza approfondire gli aspetti tecnico-scientifici o, diversamente, senza dare fiducia alla scienza- è il legame tra la sostenibilità e le Tecniche di evoluzione assistita, nome con cui in Italia vengono chiamate le nuove tecnologie genomiche: genome editing e cisgenesi. Grazie a queste, basate sull’uso della proteina Cas9 -scoperta del secolo in biologia premiata con il Nobel 2020 per la chimica alle due scienziate Jennifer A. Doudna ed Emmanuelle Charpentier- è possibile ottenere in modo mirato mutazioni, identiche quelle che avvengono in natura, agendo sul genoma della specie, senza aggiungerne di nuovo. Le mutazioni indotte, utilizzando la tecnica Crispr/Cas, quindi, migliorano il genoma senza alterare la sequenza del Dna della specie, con il risultato di accelerarne l’evoluzione. Una differenza fondamentale rispetto alle biotecnologie di vecchia generazione che nel processo inseriscono geni estranei alla specie generando Organismi geneticamente modificati (Ogm) con una sequenza differente da quella originale della specie di partenza. Una differenza basilare non (ancora?) riconosciuta nell’Unione Europea in cui vige tuttora il vecchio decreto 2001/18/Ce che regola gli Ogm e non è aggiornato rispetto ai risultati ottenibili con le Tea. Solo se gli ostacoli normativi verranno rimossi con celerità potremo assistere a una rivoluzione che potrà conferire alla vite, quindi alla viticoltura e all’economia importante che rappresenta, la resilienza necessaria per affrontare tutte le criticità attuali, dal cambiamento climatico alla riduzione di input chimici prescritta dal Farm to Fork. Fondamentale il finanziamento alla ricerca pubblica anche per reggere la concorrenza di Paesi che hanno budget nettamente superiori a quelli italiani in questo settore. Le Tecniche di evoluzione assistita utilizzate in Italia per la prima volta al mondo hanno permesso di ottenere cloni che resistono alle più temibili malattie della vite Clementina Palese VERITÀNASCOSTE Chardonnay con Tea contro oidio e peronospora

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