N°148 Giugno Luglio

34 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 CONSUMI La birra incrementa nonostante il fisco Nonostante una pressione fiscale che ne compromette la competitività rispetto a tassazioni estere fino a quattro volte inferiori rispetto a quella italiana, la birra cresce. Il 2022, infatti, si è chiuso con un aumento dei consumi interni del 6%. In crescita del 3,3% anche la produzione nazionale, mentre l’export ha messo a segno risultati in linea. Secondo i numeri di AssoBirra, pubblicati nel suo Annual Report 2022, l’anno scorso la produzione di birra ha raggiunto quota 18,4 milioni di ettolitri, superando il 2021 (17,8 milioni di ettolitri). Anche i consumi crescono, attestandosi a 22,3 milioni di ettolitri, in aumento di oltre un milione rispetto all’aggregato 2019. Da notare, soprattutto, la capacità di ripresa del fuoricasa che rimbalza del 20,9% rispetto al 2021, ritornando a coprire il 35,8% (vs 32,6% nel 2021) dei consumi nazionali, in linea con le proporzioni pre Covid. In modo complementare, nel 2022 le vendite nella Grande distribuzione decrescono del 4,7% (64,2% vs 67,4% nel 2021). Quanto all’export, la quota si attesta a un soffio dal record del 2021 (3,8 milioni di ettolitri contro i 3,9 dell’anno precedente), con consumi in crescita prevalentemente nel Regno Unito (48,2% dell’export complessivo contro 46,9% del 2021), seguito da Stati Uniti (9,1% vs. 8,6%), Francia e Paesi Bassi (al 4,3% ciascuno), Albania (4,2%). Le importazioni continuano a crescere attestandosi a 7,8 milioni di ettolitri di birra importata, in aumento rispetto ai 7,1 del 2021 e ai 6,4 del 2020. Il comparto birrario italiano, infatti, occupa quasi 120 mila operatori in circa 850 aziende, crea un valore condiviso di 9,4 miliardi di euro (equivalente allo 0,53% del Pil) e, soprattutto -unica fra le bevande da pasto- versa all’Erario oltre 700 milioni in accise annue che si sommano alla contribuzione fiscale ordinaria. Nel suo intervento alla presentazione del Rapporto, Alfredo Pratolongo, presidente di AssoBirra (nella foto), ha confermato la preoccupazione per la produzione di birra in Italia, spesso in crescente svantaggio rispetto a quella estera che ha accise anche quattro volte inferiori. BUSINESSNEWS MERCATI In calo la produzione del tonno in scatola Secondo produttore europeo dopo la Spagna, l’Italia è uno dei più importanti mercati per il consumo di tonno in scatola a livello globale. Eppure, caro prezzi, inflazione e l’inarrestabile aumento dei costi produttivi hanno avuto il loro impatto. Secondo le elaborazioni di Ancit (Associazione nazionale conservieri ittici e delle tonnare) l’industria del tonno in scatola nel 2022 ha registrato una produzione nazionale di 77.411 tonnellate, in flessione del 7,70% sul 2021 e il volume del prodotto totale disponibile per il mercato italiano è sceso a 150.660 tonnellate (-5% sul 2021), circa 2,55 chili di consumo pro capite. I consumi nel canale retail (Gdo + Discount) hanno, invece, sostanzialmente tenuto, a fronte di un valore totale di mercato, che include tutti i canali, di circa 1.550 milioni di euro (+11,91% sul 2021) per un settore che conta circa 1.500 addetti. Nello stesso arco di tempo, le esportazioni hanno raggiunto quota 31.824 tonnellate (-4,47%). Ma permane la preoccupazione che il 2023 confermi le tendenze del 2022. ACQUISIZIONI Poggio Verrano passa da Bolla a Frescobaldi Marchesi Frescobaldi ha acquisito Poggio Verrano, il progetto vitivinicolo della famiglia Bolla nato nel 2000 in Maremma. La filosofia della Marchesi Frescobaldi del Cultivating Toscana Diversity entra a pieno titolo nel progetto di creare vini di eccellenza in Maremma. L’acquisizione di Poggio Verrano avviene in un’area che la famiglia Frescobaldi ha iniziato a frequentare quando nacque Tenuta Ammiraglia. Commenta Lamberto Frescobaldi, presidente Marchesi Frescobaldi (nella foto): “La bellezza dei vigneti, la cantina perfettamente integrata nel territorio, ogni cosa comunica l’attenzione e l’amore che Francesco Bolla ha avuto per la zona”. Poggio Verrano si aggiunge alle altre proprietà Frescobaldi: Castello Pomino (Pomino), Castello Nipozzano (Nipozzano), Tenuta Perano (Gaiole in Chianti), Tenuta Castiglioni (Montespertoli), Tenuta CastelGiocondo (Montalcino), Tenuta Ammiraglia (Magliano in Toscana), Remole (Sieci), Tenuta Calimaia (Cervognano) e Gorgona. A queste vanno aggiunte le Tenute di Bolgheri, Ornellaia e Masseto, Tenuta Luce a Montalcino e Attems nel Collio.

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