N°148 Giugno Luglio

60 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 SPECIALE Il vantaggio dei rosati è che possono essere abbinati a numerosi piatti. È uno degli elementi che ne hanno favorito la crescita in termini di vendite. Se nell’ultimo ventennio bianchi e rossi sono aumentati del 5%, i rosati, che partivano da livelli decisamente più bassi, hanno messo a segno una performance del 40%. Il 40% arriva dalla Puglia, ma anche le aziende del Nord Italia si sono inserite in questo segmento con successo. Come Collavini, uno dei nomi di punta del Friuli enoico che nel 1999 diventa Le Centre du Rosé, istituto che si occupa della ricerca in qualità e innovazione dei vini rosati provenzali e che elaborerà anche un nuancier dei migliori colori del rosé nel mondo. Nel 2001 i produttori delle aree vinicole più importanti di Provenza, Côtes de Provence, Coteaux Varois e Coteaux d’Aix-en-Provence si uniscono, dando vita all’associazione Vins de Provence. Ancora una volta, per i francesi, l’unione fa la forza. E in Italia? Oltre alla Puglia, da sempre capostipite i questo tipo di produzione, nelle altre regioni, da nord a sud, si iniziano a sperimentare nuove vie GL YLQLȴFD]LRQH IHUPR PHWRGR &ODVVLFR H DQFKH metodo Martinotti, con esempi di Prosecco Rosé molto interessanti, senza dimenticare i rifermentati in bottiglia, i cosiddetti “Pet-Nat”. Abbreviazione di pétillant naturel, un termine francese che si traduce approssimativamente in naturalmente frizzante, il Pet-Nat ama sia uve a bacca bianca che a bacca rossa. Tra i vitigni più indicati per la YLQLȴFD]LRQH LQ URVDWR FKH VLD IHUPD R PHWRGR Ancestrale, sicuramente, accanto al negramaro, vincono sangiovese, merlot, gamay, pinot nero, syrah, corvina, cerasuolo d’Abruzzo, ma anche il QHEELROR PROWR LQWHUHVVDQWL OH XOWLPH YLQLȴFD]LRQL di metodo Classico in Piemonte a base di questa uva simbolo delle Langhe- e il lagrein dell’Alto Adige, senza dimenticare il magliocco e il gaglioppo calabresi. A dirla tutta, oggigiorno non c’è una sola UHJLRQH LWDOLDQD D QRQ YLQLȴFDUH DOPHQR XQD WLSRlogia di vino in rosato, che sia Doc o Igt, che sia la Valle D’Aosta o la Sicilia. Senza dimenticare che, a conferma della costante ascesa della richiesta di rosati, in particolare spumantizzati, tutte le cantine più importanti dei territori vitivinicoli nazionali hanno in produzione almeno una referenza di questo Quella di Collavini è la storia di una famiglia iniziata più di un secolo fa che continua ancora oggi raccontando nel calice, sotto diverse etichette, il migliore Friuli enoico. Così si passa dalla mitica Ribolla Gialla fino al Grigio, spumante da uve pinot grigio e chardonnay, probabilmente il primo prodotto con metodo Martinotti in Friuli, e al Grigio Royal, blend di pinot grigio e pinot nero. La tecnica di vinificazione del Grigio Royal prevede che le uve siano fatte macerare a freddo per 48 ore circa prima della pressatura. Il mosto fermenta poi in acciaio per dieci giorni a 14-15°C. A primavera segue la rifermentazione in autoclave a 14°C e l’affinamento sur lies prosegue per circa cinque mesi. Prima dell’imbottigliamento il tocco finale è riservato all’aggiunta di uno speciale liqueur d’expedition composto da estratti di frutti di bosco che ne completa il corredo aromatico. Il metodo Martinotti così prolungato permette di ottenere uno spumante di pregevole fattura dal colore rosa rubino piuttosto pronunciato, effervescenza briosa, fine e persistente. Ha profumo fresco, fragrante e generoso, in cui fragoline, ribes e lamponi si rincorrono attraverso un vago ricordo di pane caldo; il sapore è intrigante rotondo e cremoso. L’armonia aromatica del sottobosco esalta la freschezza e la complessità gustativa. COLLAVINI Complessità e freschezza del Grigio Royal

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