N°148 Giugno Luglio

74 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 Puglia, terra di oliveti e di vigne. Ma anche di arance e, fatto poco noto, di birre artigianali. Il cui connubio sta dando vita a bionde premiatissime e beverine. L’Apulia, infatti, non è tutta sitibonda, perché il versante nord occidentale del Gargano vanta un microclima a sé. Grazie al quale vegeta un’antica oasi agrumaria, fonte nei secoli di grande prosperità, visto che questi agrumi coprono periodi di mercato quando i frutti di altre zone sono già esauriti. Due le varietà principali: la Bionda, che matura tra aprile e agosto, dolce e succosa sull’albero fino a settembre, e la Duretta, dalla polpa dura e croccante, disponibile tra dicembre ed aprile. A fine ’800 Bionde e Durette raggiungevano le tavole mitteleuropee e del Nord America: ma da fine anni ’40 il proliferare di coltivazioni intensive nel mondo provoca il declino dell’economia garganica. Fino a quando con la nascita del presidio Slow Food nel 2000, di un Consorzio di tutela ad hoc e il riconoscimento Igp nel 2007, per gli agrumi garganici arriva una nuova chance. E cioè quella di imporsi come prodotto di alta qualità, frutto di un’agricoltura sostenibile. Ma anche come base di trasformati come marmellate, sciroppi, liquori e, perché no, birre. Ne sa qualcosa Michele Solimando, agronomo e pluripremiato mastro birraio, fondatore del birrificio Rebeers di Foggia. Che dell’utilizzo delle arance fresche nell’attività brassicola è un vero pioniere: “Ho sempre avuto una passione per le bière blanche belghe -spiega- specie per quelle speziate con la scorza d’arancia secca (i belgi sono maestri nel settore), prodotto di recupero delle lavorazioni industriali. Ma qui sul Gargano abbiamo arance eccezionali: perché non utilizzarne la scorza fresca?”. Così, ecco nascere nel 2014 la Bianca Madeleine, fresca e beverina, dal bel bouquet speziato agli agrumi Igp, perfetta con primi piatti delicati e carni bianche. In poco tempo miete successi, come il 3° posto, nella categoria Blanche/ Witbier al concorso Birra dell’Anno 2018 fino al riconoscimento Slow nella Guida Slow Food 2023. Ma non basta: perché a fine 2021 Solimando lancia la Fovea Orange, prima birra al mondo realizzata con il 100% di malto di grano duro e prima in Italia a contenere arance Igp intere, con polpa e scorza fresca. Il risultato? Una cerveza dorata, dal gusto agrumato e persistente, leggermente acidula, perfetta con crostacei e crudi di pesce. Una vera birra per l’estate. Seguita a ruota nel 2022 dalla Puella Apuliae (che evoca Federico II di Svevia, il puer apuliae che amò queste terre), prima birra made in Puglia al 100%, visto che cereali, luppolo e coriandolo provengono dal Tavoliere e dai Monti Dauni. Anche qui il tocco è agrumato: conferito dagli oli essenziali delle scorze del melangolo, l’antico arancio amaro garganico. C’è chi poi del Gargano ha fatto il suo marchio di fabbrica: è il caso del giovane Vincenzo Ottaviano, titolare insieme al fratello Domenico dello storico ristorante Al Trabucco da Mimì di Peschici (assurto agli onori delle cronache gourmet con la vittoria nel 2019 del cooking show televisivo 4 Ristoranti) e ideatore della Birra del Gargano, beer firm realizzata con i migliori mastri birrai del Sud Italia. Obiettivo: promuovere i frutti e le materie prime del proprio territorio grazie a un prodotto nuovo, la birra per l’appunto, facendo rete con altri imprenditori locali. Nata come progetto sperimentale per il ristorante, la Birra del Gargano oggi è un brand di successo, vero testimonial della Montagna del Sole che negli ultimi tre anni ha Dalle arance del Gargano nasce la birra di Puglia Il Gargano è anche terra di birra, come dimostrano mastri birrai e imprenditori che hanno deciso di promuovere i frutti e le materie prime del territorio con un nuovo prodotto. Nata come progetto sperimentale, la Birra del Gargano oggi è un brand di successo che negli ultimi tre anni ha triplicato la produzione Rossella Cerulli ARTIGIANI La passione per le bière blanche belghe porta Michele Solimando a creare la Bianca Madeleine e la Fovea Orange. E poi c’è la Birra del Gargano

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