N°148 Giugno Luglio

96 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 Un’approfondita e rigorosa ricerca dimostra che Basilicata, Calabria e parte della Campania sono la culla di una certa viticoltura che i Greci importarono nella loro madrepatria Clementina Palese VERITÀNASCOSTE Syrah e Sangiovese vini di Enotria Se non si trattasse di una ricerca con la “R” maiuscola si stenterebbe a credere ai risultati: syrah e sangiovese sono originari della Basilicata che con la Calabria e la parte sud-orientale della Campania costituiva il territorio che i Greci chiamarono Enotria, letteralmente “terra della vite legata al palo” (oinòtron). Il professor Stefano Del Lungo, archeologo e ricercatore del Cnr (Centro Nazionale Ricerche), con il suo volume Fra le montagne di Enotria-Forma antica del Territorio e paesaggio viticolo dell’Alta Val d’Agri, stravolge così la storia della domesticazione della vite in Italia. “Si dice sempre che i Greci hanno portato in Italia la viticoltura, ma non ci si è mai posti la domanda su come avrebbero fatto -racconta Del Lungo- La ricerca dimostra esattamente il contrario e segue le tracce dei Greci e poi dei Romani nella penetrazione dei territori appenninici, alla ricerca proprio di quelle uve e di quei vini che successivamente porteranno con loro in madrepatria”. Dalla ricerca durata due anni -basata anche su genetica e agronomia storiche- emerge come all’arrivo dei Greci nell’entroterra lucano la viticoltura fosse già presente e che la sua successiva diffusione lungo la Penisola e poi in Francia sia stata differente da quella finora accreditata. L’indagine risale controcorrente l’Agri -fiume della Basilicata che sfocia nel Mar Ionio- dalla foce alla sorgente, il percorso dei primi coloni Greci nell’VIII secolo a. C. che si stabilirono nelle isole e sulle coste, portando con sé il preconcetto di un entroterra da evitare, perché ostile, pericoloso e incolto, sintetizzato in quel periodo nei versi dell’Odissea. Da prove e riscontri documentali risulta la sorpresa dei coloni di fronte a una civiltà considerata evoluta in quanto esperta nella produzione di vino, ritenuto prezioso quanto i metalli. La ricerca genetica, con l’identificazione delle varietà di vite recuperate recentemente nell’esplorazione di vecchi vigneti, ha validato quanto riportato dalle fonti classiche. Il syrah risulta originario della colonia di Siris, oggi Policoro (Matera), dove era chiamato sìraios o sirìnos in riferimento agli elementi geografici dell’area: il fiume, ora denominato Sinni; il monte Sirino; la città Sirìnos, tra le coste ionica e tirrenica. Nomi storpiati quando, a opera dei Greci della colonia ionia di Elea (Velia), in Cilento (Salerno), il vitigno arriva in Francia, divenendo “shiraz”, come la città della Persia ritenuta, quindi, sua terra di origine. E, ancora, i Romani ne trasformarono il nome in “Siriaco”, aggiungendo altre suggestioni circa la sua provenienza. Il sangiovese ha avuto origine nella dorica Taranto e ha trovato l’areale di elezione nel massiccio del Pollino, tra la vallata del Sinni e la Sibaritide prima di raggiungere la Sicilia a Sud e la costa tirrenica verso Nord, lasciando numerosi discendenti tra i fiumi lucani Basento e Sinni.

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