N°149 Settembre Ottobre

53 Food&Beverage | settembre-ottobre 2023 chiaramente come i Valpolicella Superiore da uve fresche siano più riconoscibili e di maggior bevibilità, eleganza e freschezza. “Assaggiando i vini e parlando con i produttori -ha evidenziato Viens- non emerge un’idea precisa di quello che dovrebbe essere lo stile tipico del Valpolicella Superiore e proprio questa è una delle cause per cui rappresenta solo poco più del 7% del totale del Valpolicella. Tuttavia, questa percentuale è pressoché stabile dal 2012 e ciò dimostra una fidelizzazione al prodotto: la maggior parte dei produttori è convinta che il Superiore giocherà un ruolo importante in futuro”. E Viens ha identificato anche le ragioni delle grandi potenzialità del Valpolicella Superiore: “Il territorio di produzione -rimasto il medesimo dal riconoscimento della Doc nel 1968 che comprendeva già la parte a est erroneamente chiamata “allargata”- presenta condizioni uniche a livello macro che mitigano gli estremi climatici, con il Lago di Garda a ovest, l’Adriatico a est e i Monti Lessini a nord, e micro, legate non solo all’enorme variabilità dei suoli delle sue valli, ma anche ai versanti, alle esposizioni e alle altitudini. Un insieme di condizioni che unitamente all’intensità di luce molto più elevata che in Champagne o in Borgogna, ne costituiscono l’eccezionalità. A questo si aggiunge l’estrema sensibilità al territorio della corvina e del corvinone capaci di leggere e restituire nel vino ogni microclima, come accade per il pinot noir in Borgogna. E questa è una grande opportunità per caratterizzare il Valpolicella Superiore”. Nelle intenzioni del Consorzio una “profilazione sensoriale” giocata su frutto, leggerezza e grado alcolico moderato è funzionale anche a estendere il consumo del Superiore ai periodi più caldi dell’anno con una temperatura di servizio più bassa rispetto alle consuetudini. Un’opportunità resa possibile dalla limitata carica tannica dei vini ottenuti da corvina e corvinone e preclusa ad altri rossi. Padrone di casa dell’evento veneziano il presidente del Consorzio, Christian Marchesini, in alto, convinto che la Denominazione possa vantare grandi potenzialità grazie anche alle caratteristiche del territorio e delle uve corvina e corvinone capaci di restituire nel vino i differenti microclima. Per questo si punta a caratterizzare meglio il Valpolicella Superiore cercando di ottenere una profilazione sensoriale che ne favorisca il consumo anche nei mesi caldi

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