N°149 Settembre Ottobre

94 Food&Beverage | settembre-ottobre 2023 Mario Schifano: il nuovo immaginario. 19601990 è la mostra dedicata a colui che è stato definito la star italiana della Pop Art, un’esposizione visitabile fino al 29 ottobre alle Gallerie d’Italia, a Napoli. Ma non si può ridurre Mario Schifano a solo artista della Pop Art, perché il celebre maestro nato a Homs, in Libia, da genitori italiani, e morto a Roma nel 1998, ha puntato con la sua arte a “un possibile grande stile moderno”. L’artista è stato in grado di andare oltre se stesso più volte lungo il corso della sua esistenza e amava affermare: “Non vorrei apparire presuntuoso, ma per infanzia intendo la possibilità di continuare a osservare il mondo con uno sguardo magico”. Questo atteggiamento lo ha coltivato e dimostrato, ma senza mai perdere uno sguardo disincantato nei riguardi della società. La mostra, curata da Luca Massimo Barbero, propone oltre cinquanta opere del “pittore puma”, come lo definì Goffredo Parise, per lo scatto fulmineo con cui si muoveva mentre creava lasciando dietro di sé l’impronta dell’eleganza e dell’originalità. Provenienti dalla Collezione di Intesa San Paolo, da importanti istituzioni culturali come il Museo del Novecento di Milano e la Galleria Internazionale d’Arte Moderna Cà Pesaro di Venezia, oltre che da gallerie d’arte e da collezioni private, i capolavori di Schifano si snodano tra le diverse sale del museo di via Toledo per ricostruire la carriera straordinaria di questo artista che iniziò a occuparsi d’arte disegnando i reperti etruschi di Villa Giulia a Roma dove il padre lavorava come archeologo. Dal temperamento ribelle, eccentrico e dominante, Schifano non si occupò solo di pittura, ma anche di cinema e fotografia, a dimostrazione dell’intensità e della poliedricità della sua arte. La mostra si apre con i cosiddetti “monocromi” di cui è un esempio Analogo, del 1961, realizzato con smalto su carta applicata su tela, una sorta di rivisitazione luminosa e palpitante di vitalità del quadrato di Malevich. I monocromi di Schifano rapiscono lo spettatore, lo assorbono grazie alla lucentezza del colore con la stessa velocità di un’automobile in corsa. In Grande Pittura del 1963, realizzata con smalto e grafite su carta applicata su tela, si può notare come il maestro, innamorato di Roma, dove si trasferì con la famiglia a dieci anni, con il passare del tempo intensifichi il suo creare in modo istintivo fuori dagli schemi, abbandonando gli strumenti canonici del dipingere e introducendo la sua riflessione sulla società dei consumi. Tutto ciò si evince in modo palese nella sezione La pittura e le insegne, in cui si possono ammirare le opere iconiche Segno d’energia dedicato alla Esso e i frammenti di scritte Coca Cola con le quali Schifano cerca di rendere in modo vibrante la comunicazione pubblicitaria CULTURA&GUSTO Alle Gallerie d’Italia di Napoli una mostra celebra l’artista che voleva continuare a osservare il mondo con lo sguardo magico dell’infanzia. In esposizione oltre cinquanta opere Irene Catarella La geniale eccentricità di Mario Schifano Le opere di Mario Schifano esposte a Napoli ricostruiscono la carriera di un artista ribelle ed eccentrico che, oltre che di pittura, si occupò di cinematografia e fotografia. Qui sopra, l’opera iconica “Segno d’energia” dedicato alla Esso e, in alto, “Futurismo rivisitato”, in perpex e tecnica mista su carta. Nela pagina accanto, “Tableau peint pour raconter l’inquietude amoreuse de Susi”, del 1970

RkJQdWJsaXNoZXIy NTUwOQ==