N°150 Novembre

29 Food&Beverage | novembre 2023 La pizza di Caprizza cresce e guarda anche all’estero Federica Belvedere La catena di pizzerie napoletane prevede per il 2024 un piano di aperture in Italia e, dopo il successo di Valencia, su altri mercati. Il plus è un impasto leggero e digeribile che nasce dal nuovo blend di farine di grano tenero 100% italiano Vola il brand Caprizza. La catena di pizzerie napoletane ha chiuso il 2022 con un fatturato di oltre 13 milioni di euro e una previsione di forte crescita nel 2024. Dopo i successi di Bergamo, Brescia, Cagliari, Torino, Varese, l’insegna arriva a Roma e annuncia un piano di sviluppo per il 2024 in Italia e all’estero. Nata nel 2020 da un progetto degli imprenditori Angelo Scarpato e Marco Trepiccione, napoletano il primo e lombardo il secondo, entrambi con una lunga e affermata esperienza nel settore della ristorazione, Caprizza ha moltiplicato il numero dei locali nel giro di due anni. “Dopo l’apertura nella Capitale seguirà quella di Trento nel 2024, ma l’obiettivo principale si conferma l’espansione della rete sui mercati esteri”, anticipano i due soci. Nel 2022 il brand è approdato in Spagna, a Valencia, dove il format di ristorazione di pizzeria e friggitoria napoletana ha conquistato il pubblico locale e quello del turismo internazionale. “Il successo riscontrato a Valencia, per noi banco di prova fondamentale, ci motiva a pianificare nuove aperture in Europa”. A oggi, l’azienda impiega circa 200 figure professionali tra i vari punti vendita, investe costantemente in prodotto, strategie di marketing e tecnologie. All’ultima edizione di Cibus, a Milano, quest’anno, è stato presentato il blend di farine Caprizza messo a punto con il supporto del Maestro pizzaiolo Antonio Tammaro e in collaborazione con il Molino Iaquone. Un blend di farine selezionate e prodotte da grano tenero 100% italiano, coltivato nella campagna romana dell’Agro Pontino, della Maremma laziale della Sabina e della verdissima e incontaminata Valle di Comino. “Il nostro impasto è leggero e digeribile, si basa sul sistema denominato Biga, ovvero la massa ha una doppia lievitazione che avviene in celle appositamente realizzate e in grado di mantenere una temperatura costante di 4-5 gradi”, spiega Tammaro, da quarant’anni nel mondo dell’arte bianca, con esperienze internazionali in Giappone, Thailandia, Stati Uniti e Brasile. Sarà anche per questa apertura internazionale che la pizza simbolo del brand unisce tradizione italiana e spagnola. È la Jamon Serrano con prosciutto iberico e burrata pugliese che mixa culture e territori. Pensiero imprenditoriale e passione per la ristorazione, unite a una forte strategia di brand, guidano il progetto Caprizza che mette al centro, oltre al prodotto, la cura del design e l’attenzione all’ambiente con attrezzature di ultima generazione per la cottura con forni a gas e il rispetto delle normative sulle emissioni. IMPRENDITORI Il maestro pizzaiolo Antonio Tammaro ha messo a punto, con il Molino Iaquone, un blend di farine che arrivano dal grano della campagna romana dell’Agro Pontino, della Maremma laziale della Sabina e della Valle di Comino, Frosinone. L’obiettivo è una pizza di massima digeribilità, come l’Integrale ai Datterini con Mozzarella di Bufala campana Dop, datterini gialli del Vesuvio, Parmigiano reggiano 24 mesi

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