66 Food&Beverage | novembre 2023 Non è stato facile superare la resistenza dei napoletani, ma la cucina nippoperuviana, in cinque anni, si è ritagliata un suo spazio a Chiaia, quartiere della buona borghesia. A colpi di pokè e di contrasti decisi Bibi Monti Il fusion di Cariño Nikkei all’ombra del Vesuvio NAPOLI Cinque anni di cucina nippo-peruviana a Napoli non sono facili. I napoletani sono reazionari in fatto di cibo, poco inclini alle novità e alle tendenze. Ma quella di Cariño Nikkei è una bella storia di successo, un piccolo locale nato da un’idea di quattro amici, quattro professionisti napoletani, appassionati di viaggi e altre cucine, decisi a esplorare e proporre, all’ombra del Vesuvio, i sapori e le tradizioni culinarie di culture differenti. Correva l’anno 2018 e nel cuore della movida napoletana di Chiaia, il quartiere della buona borghesia partenopea, in piazzetta Rodinò, apriva Cariño Nikkei con una proposta fusion e soprattutto con la prima pokè destinata da lì a poco a fare tendenza. Un piccolo locale, pochi metri quadrati, cucina a vista e design contemporaneo. Ai fornelli c’è il peruviano Juan Carlos Yaranga Quispe, interprete di quella cucina Nikkei che affonda le sue origini a fine Ottocento, quando i primi flussi migratori dal Giappone arrivarono in Perù. La parola Nikkei deriva, infatti, da nikkeijin, che significa proprio “emigrati giapponesi in terre straniere”. Lo chef porta in tavola piatti innovativi, fatti di contrasti decisi, delicatezza e audacia. I delicati sapori orientali si mescolano e confondono con quelli più intensi, vibranti e speziati del Sudamerica. Il pesce è gran protagonista: fresco, crudo, marinato, esaltato mixando il rigore tipico dei giapponesi all’estro dell’America latina. Prelibato il ceviche, tra i piatti fusion più conosciuti, pesce crudo marinato coniugato secondo diversi gusti, ma anche il tiradito, pesce crudo in stile sashimi ma più sottile, marinato e abbinato a frutta, salse segrete o lime. Da provare gli uramaki combinati con frutti esotici, le pepite di pulled pork, i tacos, i gyoza resi particolari dalle combinazioni fusion dello chef. Un menu vario che solletica i sensi e una carta beverage che spazia dalle bollicine alsaziane, il raffinato Cremant, ai vini da vitigni campani. Non manca una proposta mixology che ben si presta al rito dell’aperitivo con la formula Para picar, fatta di piccoli assaggi per accompagnare la bevuta. L’ampio dehor esterno, affacciato sulla vivace piazzetta pedonale, compensa la sala interna che è piccola ma decisamente avvolgente, resa unica dall’intervento artistico di Massimiliano Mastronardi che ha dipinto le pareti con colori vivaci in tema jungle ed esotico. Il 2023 è dunque un anno di svolta per il brand. Il piccolo locale di piazzetta Rodinò si appresta a chiudere l’anno con un significativo +30%. Un risultato che spinge a guardare lontano. Il format nikkei di Cariño si è consolidato negli anni, coniugando qualità delle materie prime ed estetica del piatto, gusto e design, ricerca e capacità di contaminare e innovare. Todo se hace con cariño (letteralmente tutto è fatto con amore) questo il pay off che accomLo staff del Cariño Nikkei, giovane e motivato. Lo chef peruviano Juan Carlos Yaranga Quispe guida la cucina: in tavola il pesce è protagonista cotto, crudo e marinato con l’estro sudamericano che si unisce al rigore giapponese. E i delicati sapori si confondono con quelli più vibranti del Sudamerica. Qui sopra, Salado by La Carlotteria
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