27 Food&Beverage | febbraio-marzo 2024 Parte da lontano il legame tra Francia e Sicilia. Dai re normanni, che sono arrivati sull’isola nella seconda metà dell’anno Mille, perfino al Candido di Leonardo Sciascia ispirato all’omonima opera di Voltaire. Un legame che si è rinnovato con la partnership tra due aziende, la francese Oddo e la siciliana Planeta, che nel 2021 hanno dato vita a un progetto imprenditoriale e culturale innovativo: Serra Ferdinandea. Custode di una biodiversità mediterranea intatta, in un luogo incontaminato modificato nei secoli solo dalla forza degli elementi e dalla presenza della pastorizia, Serra Ferdinandea è un organismo agricolo sostenibile con una gestione vitivinicola che, dal vino, si allarga al grano, ai fichi, ai ceci, alle api e al loro miele, con i suoi 110 ettari tra Sciacca e Sambuca di Sicilia, tra 400 e 450 metri sul livello del mare, non lontano dalle spiagge. L’obiettivo era creare vini di pregio attraverso un’agricoltura che segue i principi della biodinamica e valorizzare le peculiarità del terroir. Così, Serra Ferdinandea è una vigna circondata dai boschi, un po’ fuori dal mondo, in mezzo al nulla, che guarda dall’alto il tratto di mare in cui, nel 1831, comparve per pochi giorni l’Isola Ferdinandea che si contesero francesi e italiani. Oggi i tre vini Sicilia Doc, su cui si concentra la produzione, ricongiungono, in un certo modo, Francia e Italia grazie alle famiglie che hanno voluto dar vita a una realtà unica che costituisce una vera e propria sfida imprenditoriale. Vini che sono il frutto dell’unione tra uve autoctone e alloctone: un bianco, prodotto con grillo e sauvignon blanc, un rosato e un rosso, realizzato con nero d’Avola e syrah. La produzione conta complessivamente circa 40 mila bottiglie e la cantina di vinificazione si trova vicino a Menfi, nel rispetto dei luoghi incontaminati di produzione; al centro della proprietà nascerà una fattoria con sala degustazione per conoscere da vicino, oltre ai vini, tutti i prodotti agricoli che sono parte integrante del progetto. A essi, infatti, si affianca la linea Nutrimenti, composta da pasta, farine e legumi di antiche varietà locali, e miele di ape nera sicula: anche queste coltivazioni sono in regime biodinamico. Pasta e farina di grano Perciasacchi, un’antica varietà il cui nome deriva dalla forma del chicco in grado di bucare i sacchi di juta nei quali in passato veniva trasportato. Proveniente dalla famiglia dei grani turanici, coltivati nella regione Khorasan nel nord est dell’Iran da millenni, il Perciasacchi nel tempo si è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, trovando condizioni particolarmente favorevoli nel sud Italia. Viene coltivato in collina, in campi abbastanza ventilati e freschi evitando del tutto gli antiparassitari, anche quelli consentiti dalla coltivazione biologica. I ceci e la farina di ceci sono di varietà Sultano, una varietà anticamente usata per essere trasformata in farina grazie alla tenacia e alla compattezza del frutto. La Sultano è una cultivar del cicer arietinum, pianta erbacea annuale della famiglia delle leguminose originaria del Medio Oriente, coltivata da tempo immemore in tutto il bacino del Mediterraneo: ha una buccia sottile che la rende estremamente digeribile. Il miele millefiori è prodotto dall’ape nera sicula, una specie autoctona dell’isola, nel pieno rispetto della biodiversità della fauna locale. Serra Ferdinandea, un’oasi incontaminata e biodinamica Barbara Amati SICILIA Dal progetto imprenditoriale di due famiglie, la siciliana Planeta e la francese Oddo, in un’area regno della biodiversità, nascono tre vini Doc, un bianco, un rosso e un rosato, una linea di pasta, farine di legumi di antiche varietà locali e miele Serra Ferdinandea è custode di una biodiversità mediterranea intatta e sostenibile: 110 ettari tra Sciacca e Sambuca di Sicilia, tra 400 e 450 metri sul livello del mare, dove nascono tre vini Sicilia Doc, frutto dell’unione tra uve autoctone e alloctone
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