N°153 Aprile Maggio

54 Food&Beverage | aprile-maggio 2024 Con Coro anche Orvieto ha il suo fine dining UMBRIA Location suggestiva, camere per gli ospiti, cocktail bar e cucina di livello. Questa la ricetta dell’avventura imprenditoriale che ha in cucina un protagonista come lo chef Ronald Bukri Marco Gemelli Lo chef Ronald Bukri, di origine albanese, è stato allievo del bistellato Gaetano Trovato, patron di Arnolfo a Colle Val d’Elsa. Da Coro propone una cucina di spessore, essenziale, ma ricercata, il cui piatto signature è lo Spaghetto al Parmigiano reggiano con limone e paprika, a destra. Bukri propone tre menu degustazione da 4, 6 e 10 portate Tra luci ovattate e mura di mattoni grezzi il colpo d’occhio è notevole, anche per chi è già abbastanza abituato a vivere il fascino dei borghi dell’Italia centrale. Non è un mistero che regioni come la Toscana o l’Umbria abbiano imparato come attingere a piene mani al proprio patrimonio culturale e paesaggistico, dando corpo a un’attitudine diffusa al riutilizzo di spazi antichi, nel pieno rispetto delle architetture dei tempi che furono. Uno dei più felici esempi di questa tendenza ha aperto i battenti da pochi mesi proprio nel cuore verde d’Italia, a Orvieto: si tratta di Coro, ristorante fine dining affidato allo chef d’origini albanesi Ronald Bukri, classe ’87 e allievo del bistellato Gaetano Trovato, a sua volta patron di Arnolfo a Colle Val d’Elsa (Si). A far da cornice ai trenta coperti su una decina di tavoli del locale è l’antica chiesa sconsacrata di San Giuseppe, del Cinquecento, nel cuore del centro storico della cittadina umbra. La scelta del nome Coro trova fondamento in due distinte motivazioni: da un lato il fatto che il ristorante sorge là dove si trovava il coro della chiesa, all’interno di un edificio storico -oggi Palazzo Petrus- distante appena un centinaio di metri dal celebre Duomo di Orvieto. Dall’altro lato, però, Coro è anche la crasi dei nomi dei due protagonisti di questo progetto gastronomico e imprenditoriale: accanto al già citato Ronald c’è infatti Francesco Perali (il cui “co” finale del nome si congiunge al “ro” iniziale di Ronald). A riprova di come gli spazi dell’ex chiesa siano stati ben adattati a un nuovo e inedito capitolo, basti pensare che insieme al cocktail bar Gocce gestito dal bartender Domenico Sciascia, il Coro a Orvieto è accompagnato da nove camere in cui poter soggiornare ed è inserito in un contesto di rara bellezza. Atmosfera ideale per la cucina di Ronald Bukri che, oltre a Gaetano Trovato, annovera tra i suoi mentori anche lo chef Paolo Lopriore: il suo percorso formativo l’ha portato anche a maturare esperienze a Londra nel bistellato Sketch e a Sidney nel tristellato Guillaume at Bennelong. Tornato in Italia, di nuovo in Toscana -stavolta all’Osticcio di Montalcino- lo chef ha incontrato Francesco Perali, responsabile di sala originario proprio di Orvieto. Ed è qui che Francesco l’ha portato, facendolo suo socio e inaugurando nella cittadina umbra il primo vero ristorante di fine dining, nonché uno dei pochissimi locali della provincia di Terni -insieme a Origini, di Maurizio Serva- vocati all’alta ristorazione. “Dopo l’esperienza a Montalcino con Osticcio, io e Francesco ci siamo promessi di continuare insieme, e così abbiamo fatto -conferma lo chef Ronald Bukri- Anche il nome Coro rimanda a quell’impegno, a sua volta frutto di una comunione di intenti e di vedute: dove finisce uno, inizia l’altro. Ecco perché non siamo soltanto soci, ma anche grandi amici. La proprietà dietro a tutto l’immobile ci aveva conosciuto da Osticcio, ci ha reputato ambiziosi e affidabili, e ci ha affidato le chiavi della struttura e dell’intero progetto”. A Coro sono presenti tre distinti menu degustazione, alla cieca: c’è Coro Ardente (72 euro) articolato su quattro portate che punta fortemente sulla brace, peraltro realizzata su misura da un artigiano, poi Coro Armonico (88 euro) da sei portate e, infine, Coro Libero (110 euro) che con le sue dieci portate equivale praticamente a una summa dei piatti della carta. Nei percorsi degustazione è possibile aggiungere due piatti signature di Ronald Bukri: da un lato lo Spaghetto

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