N°153 Aprile Maggio

63 Food&Beverage | aprile-maggio 2024 SPECIALE Siamo in un tempo di transizione per il vino non proprio rassicurante: consumi in calo; H΍HWWL QHJDWLYL GHO FDPELDPHQWR FOLPDWLFR che mettono in crisi la coltivazione della vite; allarme salute per il consumo di alcol senza distinguo tra il vino, che ha anche una forte portata culturale, e i superalcolici. E in questo TXDGUR ȵXLGR VL UHJLVWUD DQFKH XQ FDPELDPHQWR VLJQLȴFDWLYR QHOOH SUHIHUHQ]H GHL FRQVXPDWRUL di vino. Una recente ricerca dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv) ha evidenziato come negli ultimi decenni il settore vitivinicolo mondiale abbia registrato una tendenza generale positiva nella produzione e nel consumo di vini bianchi e rosati, e una diminuzione di vini rossi. A un’analisi più approfondita l’aumento dei bianchi è da ascrivere al grande incremento degli spumanti, più che ai fermi. A confermarlo anche gli ultimi dati Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare). “L’inversione di tendenza tra bianchi e rossi in Italia è iniziata nel 2014 partendo da una sostanziale parità nella produzione -illustra Tiziana Sarnari, analista di mercato settore vino dell’Istituto- I bianchi hanno toccato il 62% nel 2023, a fronte del 35,52% dei rossi e del 2,8% dei rosati, con una impressionante crescita degli spumanti negli ultimi dieci anni, sia nella produzione, sia nella domanda interna ed estera. Se i primi venti vini a Denominazione rappresentano il 77% del valore e il 70% del volume, il Prosecco Doc da solo copre il 23% del valore e il 27% del volume”. E anche il Pinot Grigio Delle Venezie fa sentire il suo peso. I numeri relativi all’Italia rispecchiano perfettamente le tendenze mondiali, essendo il %HOSDHVH DL YHUWLFL GHOOH FODVVLȴFKH SHU SURGXzione ed esportazione. Nel quadro mondiale la media 2014-2017 dava i bianchi al 47,7% (44,7% i rossi), mentre tra il 2019 e il 2023 essi sono saliti al 49,9% (e i rossi scesi al 42,3%). Inoltre, i consumi sul mercato domestico ed estero si sono polarizzati verso vini di fascia bassa e alta di prezzo, anche se non si può generalizzare, poiché ogni Denominazione fa storia a sé. Secondo autorevoli operatori di alcune storiche Denominazioni bianchiste la percezione del valore dei bianchi è in aumento, testimoniata dall’incremento del prezzo medio e dalla ricerca GL YLQL DɝQDWL LO SL» D OXQJR 8Q ULVXOWDWR FKH VL deve in alcuni casi anche alla scelta di creare nuove tipologie al vertice della piramide della qualità. Come per i Verdicchio delle Doc Castelli di Jesi e Matelica con la tipologia Riserva e per il Vermentino della Doc Maremma Toscana con la FDWHJRULD 6XSHULRUH D HYLWDUH OȇH΍HWWR ȊPRGDȋ H consolidarne con un disciplinare più restrittivo la qualità. Quello della Doc Maremma Toscana è peraltro un caso particolare: nata come Denominazione rossista si è orientata sui bianchi che oggi la trainano sul mercato e le uve bianche RFFXSDQR LO GHOOD VXSHUȴFLH GL FXL LO a vermentino. Le vendite nella Grande distribuzione organizzata, fotografati dallo studio di Circana per Vinitaly, confermano l’ascesa di bianchi e bollicine che sembrano più graditi ai consumatori rispetto ai rossi già da diversi anni. “In un contesto di lenta riduzione generale dei volumi di vino venduti in Gdo, cambia il mix -commenta Virgilio Romano, business insight director di Circana- Lentamente, ma progressivamente, il bianco guadagna quota in volume a scapito del rosso”. Nel confronto tra colori e stato del vino, Calano le quantità di vino vendute e consumate e cambia il mix dei colori: i bianchi hanno superato i rossi. Il palcoscenico è dei bianchi fermi e delle bollicine, perché sono più facili da bere e di solito meno alcolici. Nella ristorazione fare cultura del vino fa la differenza Clementina Palese La crescita dei vini bianchi ha già alle spalle una decina d’anni. Secondo l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea), infatti, l’inversione di tendenza tra bianchi e rossi sul mercato italiano è datata 2014. La crescita è stata tale che nel 2023 i bianchi hanno toccato il 62%. A determinare questo risultato c’è stata l’impressionante crescita degli spumanti, ma anche il peso di Denominazioni come Il Pinot Grigio Delle Venezie Il bianco vince con o senza bollicine

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