N°153 Aprile Maggio

72 Food&Beverage | aprile-maggio 2024 senso. È il caso dell’erbamat, che è contemplato nel disciplinare del Franciacorta Docg, o dei vitigni “reliquia” siciliani, come il vitrarolo, che hanno già nel loro Dna la chiave per sopravvivere in situazioni di stress idrico e ambientale, o di cloni di varietà storiche, come, tra quelli a bacca bianca, il grillo. Certo, si tratta di un lavoro lungo e paziente a cui si sta dedicando anche il Gruppo di Ricerca AmpeORJUDȴFD SHU OD 6DOYDJXDUGLD H OD 3UHVHUYD]LRQH dell’Originalità e la biodiversità viticola (Graspo), nato da un’idea di tre enologi, Aldo Lorenzoni, Luigino Bertolazzi e Giuseppe Carcereri de Prati, con la passione per la ricerca attiva sul fronte del recupero di antichi vitigni abbandonati nella convinzione che la biodiversità possa essere una risorsa importante per il futuro della viticoltura. Risorsa sia per contrastare il global warming, sia per una migliore e più dinamica comunicazione delle singole identità territoriali. L’azione di Graspo, partita dal Veneto, coinvolge oggi altre realtà in tutt’Italia e grazie a incontri e confronti con i responsabili di centri di ricerca e con autorevoli DPSHORJUDȴ KD SRUWDWR D LGHQWLȴFDUH H SUHVHUYDUH YLWLJQL LQ YLD GL HVWLQ]LRQH YHULȴFDQGR FRQ ULOLHYL VXO FDPSR H PLFURYLQLȴFD]LRQL OH ORUR FDUDWWHULVWLFKH peculiari per testarne le potenzialità, sia in purezza che come supporto ai vitigni storici. Le più belle storie di conservazione dell’originale patrimonio DPSHORJUDȴFR LWDOLDQR GDOOH $OSL DOOD 6LFLOLD VRQR raccontate nel nuovo libro di Graspo 100 custodi per 100 vitigni, la Biodiversità Viticola in Italia. Il cambiamento dei gusti dei consumatori verso i bianchi ha portato anche qualche Denominazione a cambiare strada. È il caso, ad esempio, della Doc Maremma Toscana nata per valorizzare soprattutto la produzione dei vini rossi e che poi si è trasformata virando verso le uve bianche e puntando sul Vermentino

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