N°154 Giugno Luglio

56 Food&Beverage | giugno-luglio 2024 Giovanna Moldenahuer 64produttori, più di 500 vini in assaggio, e oltre 700 tra operatori del settore e wine lover: questi i numeri della settima edizione di Roero Days che si è svolta a Palazzo Giureconsulti, a Milano, in maggio. “Abbiamo constatato con soddisfazione che i vini del Roero continuano a crescere, sia in notorietà che nell’apprezzamento: c’è la consapevolezza da parte dei consumatori che i vini di questa Docg abbiano una loro identità personalissima, distinta e riconoscibile, tanto nella versione bianca, che in quella rossa”, commenta Massimo Damonte, presidente da luglio 2023 del Consorzio Roero. Vini che esprimono sempre di più una qualità talvolta inaspettata: se per il Rosso da uve nebbiolo la longevità è quasi d’obbligo, così non è per il Bianco da uve arneis che ha svelato in diverse etichette una struttura importante con annate mature che hanno sorpreso per equilibrio, complessità, intensità di profumi e una longevità insospettata. D’altra parte, le aziende hanno proposto in assaggio la propria gamma produttiva, e anche le masterclass proposte dal Consorzio, condotte da personaggi come Daniele Cernilli, Chiara Giannotti, Adua Villa e Paolo Zaccaria, hanno ben evidenziato le tante sfaccettature di questo territorio. Il Roero è un’area collinare in provincia di Cuneo, tra Langhe e Monferrato, sulla riva sinistra del Tanaro, di grande bellezza paesaggistica e da sempre vocata alla vitivinicoltura, Patrimonio Mondiale Unesco dal 2014. Un’area tutelata dal Consorzio che conta 258 soci e una superficie vitata di oltre 1.300 ettari. Tra questi 965 sono vitati ad arneis per il Roero Bianco e 335 a nebbiolo per il Roero Rosso. La produzione annua è di circa 7,5 milioni di bottiglie, di cui l’85% di Roero Bianco Docg e il 15% di Roero Rosso Docg: oltre il 50% è indirizzato all’export, principalmente in Usa, Nord Europa, Giappone e Corea. Il Roero Bianco Docg è solitamente realizzato con uve arneis in purezza. I suoli sabbiosi di origine marina trasmettono ai vini ricche note aromatiche e concorrono a conferire grande bevibilità. I terreni sabbiosi conferiscono invece al Roero Rosso Docg fragranza, finezza, eleganza, ma soprattutto una tannicità contenuta, una struttura mai invadente che peraltro mantiene intatte tutte le caratteristiche in invecchiamenti di diversi anni; la tipologia Riserva è attribuibile dopo 32 mesi di affinamento. La crescita qualitativa di questi vini è un fatto ormai scontato, come hanno dimostrato gli assaggi ai Roero Days. Spiega Damonte: “Siamo una delle tre Docg a base di uva nebbiolo del sud Piemonte e le nostre colline hanno un territorio unico, con caratteristiche di suoli, paesaggi e climi diverse dalle zone al di là del Tanaro. L’Arneis, figlio di terreni più sabbiosi, è il vino che ha incuriosito di più i mercati ed è la Denominazione che corre di più con circa l’85% sul totale delle nostre bottiglie prodotte. Su questo vino si è lavorato moltissimo in passato, è subito partito molto forte, perché il mercato era incuriosito da un bianco autoctono che nasceva in una terra di rossi: oggi l’export rappresenta oltre il 50% della produzione. Il Nebbiolo ha una quota simile nell’export, perché il Roero viene inteso dagli importatori come bianco e rosso, al punto che li sceglie entrambi”. “Le aziende del Roero, a fianco del loro Consorzio, stanno lavorando per crescere nella comunicazione e nel marketing e nel promuovere con entusiasmo la loro Denominazione -aggiunge la responsabile marketing Francesca Iraldi- E c’è bisogno di crescere anche nelle quantità: produciamo 7,5 milioni di bottiglie, ma c’è ancora spazio. Ogni anno vengono concessi 30 ettari di impianto alle aziende per far crescere in maniera organica la Denominazione. Questi 30 ettari sono assegnati ai produttori tramite bandi regionali, per evitare che sul mercato arrivi troppo prodotto, con una gestione oculata per supportare il vino di qualità. Le aziende sono cresciute molto dal punto di vista tecnico e sono anche molto attente alla salvaguardia dell’ambiente. A supporto di questo aspetto è stata fatta una campagna, da parte del Consorzio, per la dismissione del diserbo, un’iniziativa che ha trovato un riscontro favorevole DEGUSTAZIONI Raccontare il territorio e fare conoscere i vini. Questo l’obiettivo dei Roero Days che hanno riunito a Milano 64 produttori con oltre 500 vini in assaggio a Palazzo Giureconsulti. Organizzato dal Consorzio tutela Roero, fondato nel 2014, l’evento è stato un successo e ha dimostrato la qualità raggiunta dai produttori: il territorio ha ancora del potenziale di crescita anche dal punto di vista produttivo L’evento itinerante organizzato dal Consorzio Tutela Roero ha portato in assaggio nel cuore di Milano oltre 500 vini della Docg piemontese. Finezza, eleganza e freschezza, ma su tutti stupiscono la qualità e la maturità del Roero Bianco Ai Roero Days vince la longevità dell’Arneis

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